A distanza di sicurezza, nel rispetto delle misure di contrasto al Covid-19, ma uniti nel ricordo del giornalista del Corriere della Sera e presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti barbaramente ucciso il 28 maggio 1980. Colleghi, amici, familiari, istituzioni hanno ricordato così Walter Tobagi, osservando un minuto di silenzio, deponendo una corona di fiori nel luogo dove fu ucciso 40 anni fa.
Poche parole, una cerimonia discreta che, a coronamento di una giornata di iniziative, Alg e Federazione nazionale della Stampa italiana hanno voluto dedicare a Tobagi nel quarantesimo anniversario della morte per mano dei terroristi della Brigata XXVIII Marzo in via Salaino.
Davanti alla targa che ricorda quel tragico evento si sono ritrovati il presidente dell'Alg Paolo Perucchini, il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, il sindaco Giuseppe Sala, la vedova Maristella Oliviero Tobagi e i figli, Benedetta e Luca, i colleghi e gli amici del Corriere e del sindacato.
«Walter Tobagi era un uomo libero, un democratico, un riformatore. E ci ha insegnato moltissimo non solo dal punto di vista giornalistico. Ci ha offerto un metodo alla nostra professione che si basa sul capire, analizzare e raccontare i fatti. E, sindacalmente parlando, ci ha lasciato un'eredità enorme: ci ha insegnato a difendere i diritti dei colleghi, soprattutto degli ultimi. E da qui dobbiamo ripartire, consapevoli che c'è molto da fare», ha affermato Perucchini.
«Siamo qui – ha osservato Giulietti – non solo per rendere omaggio a Tobagi, ma anche per ricordare i suoi scritti e per fare in modo che le sue opere vivano nel tempo. Oggi viviamo una stagione difficile in cui c'è qualcuno che pensa di sfruttare questo periodo per regolare i conti. La libertà d'informazione, nell'emergenza che viviamo, è parte della cura e non della malattia».
Il presidente della Fnsi ha anche ricordato la proposta al sindaco Sala di realizzare «magari dentro un parco – ha spiegato – un percorso sulla vita di Tobagi. Una "panchina della memoria", ma anche le sue frasi, le sue azioni. Sarebbe molto bello se le ragazze e i ragazzi, andando a giocare, s'innamorassero delle sue azioni e almeno uno dicesse "voglio diventare un giornalista come lui". Far conoscere i suoi scritti alle nuove generazioni è il modo migliore per ricordarlo». Una proposta che il sindaco ha annunciato di condividere.
«Per Walter era fondamentale la relazione con le persone. Il suo lavoro era tutt'uno con lui, con quel suo approccio di relazione rispettosa, di ascolto, di dialogo. Sono questi i messaggi da recuperare», ha detto Maristella Oliviero. «Io – ha aggiunto – il parco lo frequento spesso per le mie passeggiate e mi appassiono ad osservare le piante, quelle che fioriscono e quelle che sono malate. Apprezzo l'idea di dedicargli una panchina».
Alla vedova è stato anche consegnata una copia del numero speciale de "Il Giornalismo" realizzato per la ricorrenza (disponibile anche qui).
MULTIMEDIA
Il video della cerimonia in via Salaino è disponibile sulla pagina Facebook dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti (qui il link diretto). Sulla stessa pagina l'Assostampa ha pubblicato anche le foto dell'iniziativa.