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Il presidente Sergio Mattarella (Foto: quirinale.it)
Istituzioni 30 Apr 2024

Primo maggio, Mattarella: «Il lavoro è libertà. I sindacati interlocutori insopprimibili»

Il presidente della Repubblica celebra la «Festa del Lavoro e dunque della Repubblica» ricordando anche il valore del welfare («elemento base dei diritti di cittadinanza») e della creatività umana e le sfide poste dalle innovazioni tecnologiche come l'intelligenza artificiale.

«Domani è Primo maggio. Festa del Lavoro. Dunque Festa della Repubblica, che i costituenti hanno voluto fondare proprio sul lavoro. Come disse all'Assemblea Costituente il primo tra i proponenti di questa formula, Fanfani, 'fondata non sul privilegio, non sulla fatica altrui': è fondata sul lavoro di tutti. È un elemento base della nostra identità democratica». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando dalla Calabria, martedì 30 aprile 20204, vigilia della Festa del Lavoro e dei lavoratori.

«Non si tratta soltanto di un richiamo ai valori di libertà e di eguaglianza - aggiunge - ma dell'indicazione di un modello sociale vivo, proiettato verso la coesione e la solidarietà. Capace, quindi, di rimuovere continuamente, nel corso del tempo, gli ostacoli che sottraggono opportunità alle persone e impediscono il pieno esercizio dei diritti».

Incontrando i lavoratori calabresi, il capo dello Stato si sofferma anche sul ruolo dei sindacati, «interlocutori insopprimibili», sul valore del welfare come «elemento base dei diritti di cittadinanza» e sulle sfide poste dalle innovazioni tecnologiche. Ecco le sue parole. «Nella storia repubblicana - osserva Mattarella - dal confronto tra istituzioni e parti sociali sono giunte spinte importanti per il progresso, per la definizione e la diffusione dei diritti, per l'ammodernamento delle stesse imprese. I corpi intermedi sono un elemento caratterizzante del disegno della nostra Costituzione e recano beneficio all'Italia. Il movimento sindacale, portatore di valori democratici, è interlocutore insopprimibile per lo sviluppo di una fruttuosa contrattazione collettiva, di settore e aziendale».

I sindacati sono essenziali «affinché il welfare, elemento base dei diritti di cittadinanza, non smarrisca il suo carattere universalistico. Per una crescita equilibrata dei salari, che rimuova una stagnazione che pesa sulla vita delle famiglie, a differenza di quanto avviene in altri Paesi dell'Unione Europea. Per rendere più forte l'intero sistema nell'affrontare la sfida dell'innovazione», prosegue Mattarella.

Il lavoro «senza l'apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità», rileva ancora, aggiungendo: «La connessione con la realizzazione della personalità umana conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico; lo rende un elemento costitutivo del destino comune». Oggi «si sente parlare di 'fine del lavoro' come traguardo di modernità. In realtà viene, da taluno, ipotizzata, più che la liberazione dalla fatica, la sostituzione dell'imperfezione umana con macchine e tecnologie, sino all'intelligenza artificiale, ritenuta in grado di azzerare ogni errore. In realtà, in quella prospettiva si configura la rimozione dell'immenso e insostituibile valore della creatività. Uno scenario che raffigura una limitazione alla libertà della persona umana nel suo profilo più affascinante: il pensiero, la sua opera. Non un sogno, quindi, ma una prospettiva allarmante e, in realtà, estranea al buon uso dei preziosi benefici recati dai risultati che la scienza consegna all'umanità».

Per Mattarella, infine, «il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società. Il lavoro non è una merce». E ancora: «Il lavoro è libertà. Anzitutto libertà dal bisogno e strumento per esprimere sé stessi, per realizzarsi nella vita. Gli straordinari progressi della scienza e della tecnica per migliorare la qualità e la sostenibilità dei prodotti e dei servizi, devono essere sempre indirizzati alla tutela dell'integrità delle persone, dei loro diritti. A partire dal diritto al lavoro. Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e dunque rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato. Fattori che rappresentano - conclude il presidente della Repubblica - pesanti impedimenti al cammino dell'intera società».

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