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Giornalisti al lavoro a Roma
Libertà di informazione 28 Ott 2022

Presunzione di innocenza, l'8 novembre la Fnsi in piazza al fianco dei cronisti romani

Le nuove norme recepite in Italia con il decreto legislativo 188/2021 «non possono essere l'alibi per procure e forze dell'ordine per imporre censure all'informazione», denunciano i promotori. Appuntamento alle 10.30 di fronte all'ingresso del tribunale a piazzale Clodio.

La Federazione nazionale della Stampa italiana sarà in piazza, martedì 8 novembre 2022, al fianco dei cronisti romani che hanno convocato, per le 10.30 davanti al tribunale (piazzale Clodio), un presidio per protestare contro l'applicazione nell'ambito della regione Lazio delle norme sulla presunzione di non colpevolezza introdotte dal decreto legislativo 188 del 2021, «di cui la libera informazione in Italia attende da parte dei ministeri competenti una corretta lettura attraverso nuove circolari esplicative che non mettano a repentaglio (come sta avvenendo) il diritto di cronaca», rilevano i promotori dell'incontro.

«Vietato parlare con i giornalisti – incalzano i giornalisti –. Più che concentrarsi sulla prevenzione e repressione dei reati, a Roma, ormai Procura e Questura sembrano, piuttosto, impegnate a imbavagliare la stampa. La legge sulla presunzione di innocenza appare un pericoloso alibi. Eppure è fondamentale permettere la verifica di fatti e notizie nell'immediatezza, oltretutto, in un momento così delicato per la vita del Paese colpita da una crisi economica gravissima che rischia di generare grandi tensioni sociali. Ma per la paura di assumersi responsabilità o di essere "redarguiti", tutti i livelli coinvolti in quello che dovrebbe essere un aperto confronto con gli organi di stampa, nel rispetto dei ruoli, si stanno trincerando dietro un "no comment" che spesso è o sfiora la censura. Una condizione inaccettabile: chi opera in difesa dello Stato e dei cittadini deve anche essere in grado di potere interloquire con i professionisti dell'informazione i quali, ricordiamo, hanno dei doveri già sanciti dai codici deontologici».

I cronisti romani ritengono «assurdo che nella capitale del Paese, sede di tutte le istituzioni, a decidere cosa sia di interesse pubblico, se e cosa debba essere detto o non detto ai giornalisti sia esclusivamente una persona, un procuratore. Se non altro per la mole di procedimenti e fatti di cronaca che avvengono a ogni ora del giorno e della notte: sarebbe umanamente impossibile. Da anni ai giornalisti di Roma, poi, è stato sbarrato addirittura l'ingresso nel palazzo di via di San Vitale, sede della Questura. È stata chiusa e mai più riaperta la storica sala stampa. Sembrava di avere toccato il punto più basso nei rapporti, invece, no».

I giornalisti si oppongono quindi «con fermezza a chi tenta di relegarci a solo megafono per veline "di regime", rinunciando al nostro diritto dovere verso la comunità di raccontare i fatti: non è questa la democrazia. Per questo – proseguono – chiediamo il ripristino immediato di un adeguato scambio di informazioni che risponda almeno al buon senso piuttosto che alla declinazione fallata e fuorviante di una norma europea il cui spirito (che condividiamo) è stato ampiamente travisato nell'adozione legislativa italiana».

Da qui la richiesta al nuovo governo e al nuovo parlamento «di rivedere il meccanismo che ha portato a questo deterioramento dei rapporti che rischia di privare tutti i cittadini (non solo a Roma, ma in tutta Italia) della conoscenza effettiva di ciò che succede nelle loro città. Mesi fa il presidente dell'Ordine regionale dei giornalisti aveva chiesto un incontro al procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, a cui non è seguita risposta. Per l'8 novembre, a un anno dall'introduzione del decreto legislativo 188/2021 sulla "presunzione di innocenza" – concludono i cronisti romani –, chiamiamo le singole colleghe e i colleghi, anche le pubbliche autorità che non si riconoscono in una norma che sta travalicando il suo obiettivo finendo per ledere un altro diritto fondamentale, a una mobilitazione generale con la partecipazione della Fnsi, dell'Ordine dei giornalisti, di tutte le Associazioni di stampa regionali e gli Istituti di categoria e di tutte le organizzazioni e associazioni che lottano per la difesa della libertà e l'indipendenza dell'informazione».

AGGIORNAMENTO DEL 7 NOVEMBRE 2022
Presunzione di innocenza, Assostampa Umbria sostiene le iniziative a Terni e a Roma
L'Associazione Stampa Umbra sosterrà domani, 8 novembre, i colleghi di Terni che hanno organizzato una manifestazione spontanea davanti alla procura per ribadire la richiesta di rivedere il d.lgs. 188/2021 sull’applicazione della normativa europea in materia di presunzione di innocenza in senso meno rigido e soprattutto rispettoso della libertà di informazione e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Contemporaneamente Asu darà il suo sostegno anche ai colleghi di Roma che, sempre domani, organizzeranno analoga manifestazione davanti alla procura della capitale.
L’iniziativa di domani segue quelle già svolte dal sindacato insieme all’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nell’ambito dell’Osservatorio regionale appositamente creato per aprire un dialogo con le procure regionali su una diversa applicazione della norma che possa garantire il diritto di cronaca e quello ad essere informati. Asu condivide infatti le motivazioni dei promotori dell’iniziativa di Roma (che sono poi le stesse dei colleghi di Terni).
I giornalisti non accettano di essere relegati a semplici amplificatori di veline rinunciando al diritto-dovere verso la comunità di raccontare i fatti. Così come ha già fatto la Fnsi, chiediamo il ripristino di un adeguato scambio di informazioni anche su Terni che risponda all’esigenza di informare correttamente l’opinione pubblica, ferma restando la condivisione dello spirito di una norma europea la cui applicazione italiana è andata però oltre le intenzioni iniziali.
Occorre, come già affermato dalla Federazione Nazionale della Stampa, che il nuovo governo e il nuovo Parlamento rivedano al più presto le modalità di applicazione della normativa comunitaria per ripristinare il normale rapporto fra procure e giornalisti al fine di garantire il diritto-dovere di cronaca, uno dei pilastri della democrazia. (Da: assostampaumbria.it)

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