È polemica a Pavia sulla scelta dell'oratore per la cerimonia ufficiale del 25 aprile, in programma giovedì mattina in Piazza Italia. Scelta che era caduta su Piero Scaramucci, 82enne ex direttore di Radio Popolare, su indicazione dell'ex sindaco Massimo Depaoli. Ma il nome di Scaramucci non è risultato gradito a Vittorio Poma, presidente della Provincia di Pavia, che ha spiegato a Flavio Ferdani (commissario prefettizio che sta guidando il Comune dopo le dimissioni di Depaoli) che la personalità di Scaramucci è troppo 'connotata' politicamente, soprattutto alla vigilia del prossimo appuntamento elettorale.
Poma ha anticipato che, in caso di discorso ufficiale affidato a Scaramucci, non sarebbe stato presente alla cerimonia. A questo punto la Prefettura di Pavia ha convocato d'urgenza il comitato cittadino chiamato a organizzare le manifestazioni per il 25 aprile (che include Comune, Provincia, Anpi e associazioni combattentistiche), che ha deciso di indicare quale oratore ufficiale il nome del professor Fabio Rugge, rettore dell'Università di Pavia.
Al fianco di Piero Scaramucci la Federazione nazionale della Stampa italiana, l'Associazione lombarda dei giornalisti (Alg) e l'associazione Articolo 21. «Per decenni inviato della Rai, autore di memorabili inchieste sulle 'stragi di Stato', da sempre impegnato contro censure e bavagli, Scaramucci si è visto ritirare l'invito a parlare. Chi ha assunto questa decisione? Chi e perché ha dato copertura ad una decisione intollerante ed intollerabile che 'disonora' la Costituzione?», stigmatizza il sindacato in una nota.
«Ci attendiamo pubbliche scuse e un nuovo invito a Piero Scaramucci – concludono Fnsi, Alg e Articolo 21 -, altrimenti siamo certi che le associazioni partigiane e le forze politiche antifasciste vorranno trovare il modo di dare comunque 'voce' a Piero Scaramucci che, nella sua vita, ha dato e continua a dare voce a chi si batte per tutelare la Costituzione antifascista».