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Fnsi 29 Nov 2006

Paolo Serventi Longhi: “Rispetto ma non condivido la decisione della Procura di Roma di indagare Deaglio per il filmato sui presunti brogli”

“Rispetto ma non condivido la decisione della Procura di Roma di indagare il direttore de Il Diario ed il coautore del filmato, allegato alla rivista, sui presunti brogli nell’ultima tornata elettorale, per “diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’opinione pubblica”.

“Rispetto ma non condivido la decisione della Procura di Roma di indagare il direttore de Il Diario ed il coautore del filmato, allegato alla rivista, sui presunti brogli nell’ultima tornata elettorale, per “diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’opinione pubblica”.

Dico subito che non ho visto il filmato esattamente come migliaia di altri cittadini di questo Paese per il semplice motivo che il dvd è andato a ruba in poche ore nelle edicole. Detto questo, quale che sia la verità sui presunti brogli, non mi pare plausibile la scelta di indagare dei colleghi perché una inchiesta giornalistica cerca di mettere in luce la profonda anomalia tra le percentuali di schede bianche di questa ultima tornata elettorale politica e le precedenti. Il richiamo al turbamento dell’opinione pubblica ci porta inevitabilmente indietro di decenni e ci fa preoccupare non poco. Se ci sono elementi diffamatori nei confronti di persone o formazioni politiche questo non lo so. Sta di fatto che ad oggi solo l’ex Ministro degli Interni, Pisanu, ha preannunciato querela. Mi rifarei a quanto è successo, e sta succedendo, negli Usa sulla vicenda dell’11 settembre 2001. Una parte della stampa si è interrogata con indagini giornalistiche e scientifiche sulla vera natura dell’attacco terroristico alle “Twin Towers”. Non mi pare che la magistratura usa, nonostante la drammaticità dell’evento, sia intervenuta così pesantemente come sta facendo in questo caso una parte di quella di casa nostra. Questa ultima iniziativa giudiziaria si inserisce in una lunga sequela di atti di una parte della magistratura contro l’informazione (sequestri di materiali, pesanti perquisizioni) che, a mio parere, ci deve preoccupare molto. L’ultimo atto in ordine di tempo è l’iniziativa della Procura di Agrigento che ha condannato un giornalista de La Sicilia ed uno de Il Giornale di Sicilia a ben dieci giorni di arresto. A corollario di ciò stupisce la mancanza totale di dialogo con il Ministro della Giustizia sulla preannunciata riforma sulle intercettazioni sulla quale attendiamo ancora un confronto.”

@fnsisocial

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