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La locandina della presentazione
Libri 25 Mag 2017

'Paolo Dall'Oglio. La profezia messa tacere', il 29 maggio la presentazione del libro curato da Riccardo Cristiano

Sarà  presentato il 29 maggio al Centro Astalli, a Roma, il libro 'Paolo Dall'Oglio. La profezia messa tacere', un volume curato da Riccardo Cristiano, presidente dell'Associazione Giornalisti Amici di padre Dall'Oglio, e pubblicato dalle edizioni San Paolo.

Sarà presentato a Roma il 29 maggio al Centro Astalli il libro “Paolo Dall’Oglio. La profezia messa tacere”, un volume curato da Riccardo Cristiano, quale presidente dell’Associazione Giornalisti Amici di padre Dall’Oglio” e pubblicato dalle edizioni San Paolo. E che non può non prendere le mosse dall’esperienza di padre Paolo, rapito ormai quattro anni fa in Siria dall’Isis, dopo esserne stato espulso dal regime di Assad. Una vicenda drammatica e illuminante, soprattutto sul “doppio nemico” che opera contro l’uomo in Siria.

«Lontano dal frastuono dei jet militari che fischiavano nei cieli del Libano in guerra, un uomo solitario, dalla corporatura imponente, posava il suo zaino sulla terra polverosa al confine delle terre abitate di Siria. Alle spalle c’era un sentiero impervio, quello che lo aveva accompagnato fin lassù dall’ultimo villaggio abitato. Di fronte a sé aveva il muro di pietra di quel che sembra un antico castello. Una porta di legno era a terra. Sugli stipiti rimanevano i cardini in ferro. Dentro l’oscurità. E poi di nuovo la luce, accecante, di uno spiazzo aperto sul vuoto del deserto siriano. L’uomo arrivava cosiÌ€ a toccare il cielo e la terra del convento di san MoseÌ€ l’Abissino (Mar Musa al-Habashi): era l’agosto del 1984. Lui, Paolo Dall’Oglio, vi giungeva di proposito e per caso. (…) Trent’anni dopo, nell’estate del 2012 Paolo Dall’Oglio rimise sulle spalle il suo zaino lasciato all’ingresso di quello che eÌ€ ora il monastero restaurato e ampliato. La porta non era più a terra. Una nuova, ma sempre impolverata e cotta dal sole, ha ritrovato gli antichi cardini di ferro. Paolo ha ripreso il cammino verso la valle abitata del Qalamun. E ha salutato – forse eÌ€ stato un addio – la terra che “mi ha stregato dalla prima volta che ci sono passato da turista nel 1973, quando avevo 19 anni. Ho stampato nella mia immaginazione le asperità attraenti delle sue montagne mentre studiavo l’arabo, l’Islam e il Cristianesimo orientale a Damasco nel 1980”».

Comincia così il saggio di Lorenzo Trombetta che apre il volume. Espulso dalla Siria nel 2012 per le sue critiche alla repressione violenta delle manifestazioni pacifiche, è stato sequestrato a Raqqa il 29 luglio del 2013. E da allora nessuna notizia attendibile si è avuta al suo riguardo.

Ora questo libro, pensato dai suoi amici dell’Associazione Giornalisti Amici di Padre Dall’Oglio mette insieme testi di carattere giornalistico, sulla sua figura e il suo impegno per il dialogo, e contributi scientifici sul suo pensiero. Sono le due sezioni del libro, intervallate da un’ampia sintesi, curata da Stefano Femminis, di quanto Dall’Oglio scrisse negli anni precedenti il sequestro sul web magazine dei gesuiti, Popoli. 

I contributi della prima parte del libro permettono di ripercorrere le tappe della vita di Paolo, della sua vocazione religiosa, del suo incontro con l’Islam, con la Siria, del suo trovare nell’antico monastero di Deir Mar Musa il luogo dove vivere e condividere la straordinaria esperienza di incontro e dialogo religioso tra cristianesimo e Islam.

Una missione a cui Paolo eÌ€ stato fedele con costanza e con il suo straordinario coraggio umano e spirituale, percorrendo una via originale e coerente, in discernimento e dialogo, non senza difficoltaÌ€, per continuare ad essere, come aveva promesso, nella Chiesa e nella Compagnia di GesuÌ€. La ricostruzione del monastero di Deir Mar Musa, la fondazione di una nuova comunitaÌ€ monastica, la preghiera e l’accoglienza, i mille incontri e i dialoghi religiosi (“religiosi”, davanti a Dio, non “interreligiosi”, tra confessioni, insiste Paolo) sotto la “tenda di Abramo”... Tutto ciò costituisce ereditaÌ€ preziosa e durevole. Nella linea di una mistica dell’impegno sociale (e diciamo pure “politico”) l’itinerario di Paolo giunge infine in questi anni drammatici e terribili a un intercedere, stare in mezzo, a prezzo della vita, ma questo non eÌ€ l’unico esito del suo servizio e non ne eÌ€ la fine.

Hanno contribuito a questo importante lavoro di riflessione e memoria: Nader Akkad, Imam di Trieste, responsabile per il dialogo interreligioso dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia); Paolo Branca, Associato di Lingua e Letteratura Araba all’Università Cattolica di Milano, dove insegna anche Islamistica e Storia dei Paesi Islamici; Laura Silvia Battaglia, giornalista; Massimo Campanini, filosofo e orientalista, già docente di Storia contemporanea dei Paesi arabi nella Facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo dell’UniversitaÌ€ di Napoli l’Orientale, professore associato presso l’Università di Trento e accademico dell’Accademia Ambrosiana di Milano; Pierluigi Consorti, docente all’Università di Pisa, tra i fondatori del Centro interdisciplinare “Scienze per la pace”, già vicepresidente del Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza e membro dell’International Consortium for Law and Religion Studies; Antoine Courban, docente presso l’UniversitaÌ€ Saint Joseph di Beirut, dove dirige la rivista “Opere e giorni”; Riccardo Cristiano, giornalista; Asmae Dachan, giornalista; Stefano Femminis, giornalista ed ex direttore del web magazine dei gesuiti, “Popoli”; Shady Hamadi, giornalista e scrittore; Marco Impagliazzo, docente di Storia contemporanea all’UniversitaÌ€ di Perugia e presidente della ComunitaÌ€ di Sant’Egidio; Luciano Larivera, sj, già scrittore per “La CiviltaÌ€ Cattolica”, teologo morale, direttore del centro culturale “Veritas” di Trieste; Federico Lombardi, sj, già direttore di Radio Vaticana e della Sala Stampa Vaticana, presidente del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Joseph Ratzinger; Adnane Mokrani, docente di lingua araba e islamistica presso il PISAI (Pontificio Istituto di Studi Arabo Islamici) e l’Università Gregoriana; Amedeo Ricucci, giornalista; Lorenzo Trombetta, giornalista e saggista.

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