«La redazione del settimanale Oggi, dopo il licenziamento improvviso del vicedirettore Roberto Beccaria e la soppressione della sua posizione di responsabile delle attività digitali, ha votato la mozione di sfiducia nei confronti del direttore Andrea Biavardi con il seguente risultato: favorevoli 15, contrari 11, su 27 votanti e 31 aventi diritto. Il direttore risulta pertanto sfiduciato dalla maggioranza dei partecipanti». È quanto si legge in un comunicato della redazione del settimanale.
«Con questa mozione - proseguono i giornalisti - la redazione ha voluto esprimere il proprio sconcerto per una decisione, comunicata dall'azienda e dalla direzione, che non appare giustificata da reali necessità organizzative e che, anzi, pregiudica il funzionamento del sito oggi.it».
Le giornaliste e i giornalisti di Oggi «denunciano inoltre che a quattro mesi dal suo insediamento il direttore non ha ancora illustrato un piano sullo sviluppo digitale della testata. E ribadiscono l'urgenza di investimenti per il sostegno del giornale in tutte le sue estensioni, chiedendo con forza l'annullamento del licenziamento e il reintegro immediato del collega Roberto Beccaria».
Anche il Comitato di redazione dei Periodici Rcs «si associa ai colleghi del settimanale Oggi nel chiedere all'azienda l'annullamento del licenziamento e l'immediato reintegro nelle sue funzioni del collega Roberto Beccaria, vicedirettore di Oggi con delega alle attività digitali».
Il Cdr segnala inoltre «la politica contraddittoria applicata ai Periodici da Rcs Mediagroup in dieci anni in cui ha fatto ricorso in modo pressoché ininterrotto ad aiuti statali, costringendo gli impiegati e giornalisti a stati di crisi continui, con alternanza di cassa integrazione e solidarietà per risparmi e sedicenti ristrutturazioni, che, come motivazione ufficiale, puntavano allo sviluppo digitale. Con quale risultato? Decapitare il web di uno dei settimanali di punta, senza peraltro mostrare piani di progetti diversi».
Una «decisione - incalzano i rappresentanti sindacali - che la dice lunga sulle intenzioni dell'azienda di investire in innovazione. Quello a cui si assistite infatti è un progressivo slittamento della gestione dei social verso il settore del marketing che a sua volta appalta ad aziende esterne la produzione di contenuti».
Il Comitato di redazione «stigmatizza inoltre con forza il comportamento e la strategia miope del presidente Urbano Cairo che nel veloce cambio di direttori degli ultimi tre anni ha fatto vacillare la forza di una testata storica come Oggi, un settimanale che porta redditività al gruppo grazie al lavoro delle giornaliste e dei giornalisti della testata. Che non devono pagare per uno sguardo miope dell'editore».