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Foto: ImagoEconomica/Fnsi
Cdr 21 Nov 2024

Cdr Tgr: «La Rai riveda le politiche sulla produzione di immagini»

I rappresentanti sindacali: «Da tempo l’azienda ha deciso di ridurre fortemente la produzione interna».

«L'episodio occorso all'operatore Francesco Caudullo, che dopo essere stato aggredito con l'inviata della Tgr Sicilia Lucia Basso a Piazza Armerina ha dovuto ripagare di tasca propria i danni subiti dalla telecamera mentre era in servizio per la Rai, rivela la miopia della politica dell'azienda sulla produzione di immagini». Lo affermano il Comitato di redazione della Tgr Sicilia e il coordinamento Cdr della Tgr, che, «su mandato esplicito dell'assemblea di redazione, chiedono all'azienda di rivedere le proprie politiche sulla produzione di immagini, tornando a investire su figure interne adeguatamente retribuite e formate per effettuare le riprese».

«Da tempo, infatti, la Rai ha deciso di ridurre fortemente, fino al punto di azzerare, la produzione interna delle riprese, scaricando i rischi su fornitori esterni, senza alcuna tutela. Mentre, in molti casi, le redazioni regionali non hanno budget e devono ricorrere, sbagliando, all'acquisizione di immagini da uffici stampa o da altre fonti - si legge in una nota -. Le conseguenze sono molteplici: si riduce la qualità del prodotto, si rende impossibile la verifica delle informazioni e con quella l'indipendenza dell'informazione fornita e a volte si subordina la realizzazione stessa dei servizi alla disponibilità di una fonte a fornire video di qualità accettabile. Questo problema è stato spinto alle estreme conseguenze in occasione del recente stato di agitazione dei colleghi del settore produzione Rai, a cui va la nostra solidarietà. Durante la protesta, spesso è stato impossibile realizzare servizi esterni per la simultanea indisponibilità di diversi operatori in appalto».

«A questi problemi, infatti, si aggiungono le condizioni di lavoro dei cameraman esterni, legati all'azienda da un contratto da fornitori e per questo non garantiti da orari di lavoro che garantiscano la qualità del prodotto e non tutelati a fronte di aggressioni e danneggiamenti. Il rischio che questi fattori si traducano in una limitazione dell'attività giornalistica e dunque del diritto all'informazione dei cittadini è un problema di cui la radiotelevisione che effettua il servizio pubblico deve farsi carico - prosegue la nota -. Ancor più pressante diventa poi il problema legato alle cosiddette capienze dei fornitori (quanto possono fatturare alla Rai nel trimestre) e ai pagamenti: il fatto che la Rai non abbia mai accolto la richiesta del sindacato di prevedere capienze differenziate in base al numero di dipendenti di ogni fornitore, e soprattutto il cospicuo ritardo nei pagamenti, che nel 2024 per la Sicilia ha raggiunto picchi di sei mesi, rischiano di rendere impossibile il nostro lavoro quotidiano e compromettono il rapporto di fiducia fra l'azienda e gli operatori». (Ansa, 21 novembre 2024)

@fnsisocial

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