«Presunzione di innocenza e certezza della pena siano due facce inscindibili del garantismo. In questa duplice, convergente direzione intendono muoversi le riforme in cantiere, continuando a lavorare per superare una visione carcero-centrica della pena». Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenendo – alla presenza del capo dello Stato – alla cerimonia di inaugurazione a Napoli di una sede della Scuola superiore della magistratura.
«La Costituzione – ha ricordato Nordio – parla di pena, non di carcere. E la pena talora può essere più efficace se espiata, per alcuni reati, attraverso misure e percorsi adatti ai profili, anche molto diversi, dei detenuti e favorirne il reinserimento nella società dei liberi».
Nel corso del suo intervento, il Guardasigilli ha poi rilevato, fra l'altro, che serve «una giustizia capace di rispondere tempestivamente alle legittime domande di chi ha subìto le conseguenze di un reato e allo stesso tempo in grado di tutelare i diritti, e la reputazione, di chi, anche sotto indagine, è presunto innocente, nel bilanciamento con altri diritti costituzionalmente garantiti come la libertà di stampa».