«È evidente che in Italia la libertà di stampa si sta restringendo e l'azione dei giornalisti viene di fatto limitata». Lo ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, nel corso dell'audizione in commissione Giustizia del Senato, giovedì 27 aprile 2023, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni.
Il riferimento è, fra l'altro, al nodo irrisolto delle querele bavaglio, in sede civile e penale, e alle criticità legate alla recente normativa sulla presunzione di innocenza, oltre che allo stesso tema della intercettazioni.
Se è indubbio che «al legislatore spetta il compito di contemperare gli interessi in gioco e quindi di trovare il giusto equilibrio tra due principi di rango costituzionale» quali il diritto alla tutela della dignità e onorabilità delle persone e il diritto di informare e di essere informati, «pietra angolare del nostro sistema democratico, come ci hanno ricordato più volte la Corte Costituzionale e il presidente della Repubblica», è da segnalare, però, ha rilevato Costante, che «nel 2022 il World press freedom index colloca l'Italia al 58° posto su 180 Paesi, 17 posizioni in meno rispetto al 2021 e 2020, dopo Gambia e Suriname».
La segretaria Fnsi ha poi rimarcato come già in occasione delle audizioni relative all'attuale norma che regola le intercettazioni, il sindacato dei giornalisti avesse fatto notare come l'impianto predisposto dal legislatore fosse «eccessivamente restrittivo, prevedendo l'esplicito divieto di pubblicazione di tutte le intercettazioni non acquisite nel procedimento», trascurando il fatto che «la necessità di pubblicare e diffondere notizie di interesse generale sia un valore da proteggere, come affermato dalla Corte europea dei diritti dell'Uomo in diverse occasioni, e che prescinde dagli aspetti legati alla colpevolezza di una persona».
Un simile divieto e la possibile condanna nel caso in cui un giornalista, come suo dovere se la notizia è di interesse generale, procedesse alla pubblicazione «dovrebbe portare i giudici nazionali a sollevare la questione di costituzionalità per contrasto della norma con l'articolo 117 della Costituzione, con riferimento all'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo», ha incalzato Alessandra Costante, che ha proseguito citando «l'autorevole dottrina e la cospicua giurisprudenza intese a fare luce sui rischi per la tenuta democratica della nostra società se si restringe di volta in volta il perimetro della libertà di stampa».
Ricordando, infine, il rilievo mosso in precedenti audizioni anche dal presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, la segretaria generale ha concluso evidenziando che «le informazioni di interesse pubblico sono un bene deperibile e quindi ritardare la pubblicazione anche solo per un breve periodo fa correre il rischio serio di privare di ogni valore la notizia».
MULTIMEDIA
La registrazione video dell'intervento della segretaria generale Alessandra Costate è disponibile sul sito web del Senato (qui il link diretto – dal minuto 32).
PER APPROFONDIRE
Di seguito il testo della memoria presentata in commissione Giustizia.