Francesco Giovannetti, giornalista videomaker di Repubblica e del gruppo Gedi, è stato aggredito oggi, 30 agosto, da un manifestante nel corso di un sit-in contro il green pass organizzato davanti al ministero dell'Istruzione. «Mi ha colpito alla faccia con 4-5 cazzotti – racconta Giovannetti – dopo avermi minacciato. Non mi lasciava andare, ma per fortuna erano presenti agenti della polizia che sono intervenuti. Ero lì da cinque minuti, ho chiesto a un gruppetto di persone se avevano voglia di parlare, di rispondere a delle domande. Mi hanno chiesto per chi scrivessi e hanno iniziato a criticare Repubblica, ma in maniera civile. Solo poi quest'uomo, non so chi fosse o che ruolo avesse, si è girato, ha mimato il gesto di sgozzarmi, ha detto "ti taglio la gola se non te ne vai" e quando gli ho chiesto se stesse minacciando mi ha aggredito e colpito».
Gli altri manifestanti si sono dissociati dall'azione violenta e hanno chiesto scusa al giornalista. Ma resta il clima di tensione e intolleranza nei confronti dei cronisti impegnati a raccontare le manifestazioni contro le misure anti-Covid.
«Non passa giorno senza che un giornalista non finisca nel mirino di manifestanti no vax e no green pass. Nelle ultime ventiquattr'ore è toccato ad Alessandra Alba di Rainews24 e a Francesco Giovannetti di Repubblica, rimasti vittime di aggressioni fisiche di inaudita gravità», rileva Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Alla solidarietà massima ai colleghi colpiti e a tutti i cronisti che nei mesi scorsi hanno subito la stessa sorte – prosegue – il sindacato dei giornalisti aggiunge la richiesta pressante alle autorità preposte di individuare e assicurare alla giustizia i responsabili di tali atti di violenza».
Per il segretario Fnsi, «non è accettabile che manifestazioni pubbliche, talvolta neanche autorizzate, diventino il palcoscenico per pregiudicati e personaggi che, come documentato nel recente passato, non potrebbero nemmeno essere in piazza perché sottoposti a misure di prevenzione. Soprattutto, non è accettabile che tali iniziative diventino il pretesto per la caccia ai giornalisti, il cui dovere è informare l'opinione pubblica».
E su Twitter, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, commenta: «Sino a quando, persino noti pregiudicati, potranno continuare ad agire senza essere denunciati e sanzionati? Non bastano più le solidarietà, servono atti immediati».
Intanto il Viminale annuncia che la ministra Lamorgese riunirà nei prossimi giorni il Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. «La convocazione – spiega una nota – ha l'obiettivo di analizzare anche i recenti episodi di intolleranza e violenza che hanno colpito, tra gli altri, alcuni cronisti nel corso delle manifestazioni di protesta contro le misure anti-Covid assunte dal governo».