Tensioni tra manifestanti e stampa a Milano. Insulti e minacce ai cronisti a Genova e Firenze. Urla e cori contro i giornalisti a Roma e Torino. Il bilancio delle manifestazioni contro il green pass di sabato 24 luglio fa registrare il solito "tiro al reporter" contro gli operatori dei media, in piazza per dare voce a chi protesta, che diventano bersaglio privilegiato dei negazionisti del terzo millennio, abituati a trovare conforto sui social alle loro convinzioni e non disposti a lasciar lavorare chi per dovere nei confronti dei cittadini è chiamato ad affrontare situazioni anche sgradevoli, come quelle accennate, e a volte persino pericolose.
Al fianco dei colleghi finiti nel mirino della rabbia e della frustrazione dei "no green pass" il sindacato dei giornalisti, che esprime solidarietà ai cronisti aggrediti e ingiuriati durante lo svolgimento del loro lavoro.
«Mette solo tristezza dover assistere all'attacco ai giornalisti da parte di chi protesta contro la scelta del governo di introdurre il green pass nella battaglia contro il Covid», dice il presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini. «Il loro manifestare contro chi informa, e professionalmente ha l'obbligo di rispettare i principi deontologici della verità, accusandolo di essere al soldo del potere e delle big pharma per diffondere paura e spingere alla vaccinazione anti-Covid, dimostra l'effetto perverso della disinformazione da parte dei social e del web, spesso fonti preferite da queste persone», aggiunge.
«Quanto accaduto – incalza – è inquietante. Ed evidenzia le necessità di un maggiore impegno, a più livelli, per limitare e contrastare la diffusione delle fake news. L'invito ai giornalisti e alle testate giornalistiche è quello di proseguire senza timore e senza indugio nel racconto della verità, difendendo il lavoro di qualità».
Anche l'Ordine dei giornalisti della Liguria e l'Associazione Ligure dei Giornalisti intervengono per esprimere solidarietà ai colleghi e condannare «severamente le manifestazioni intimidatorie e di contestazione da parte dei manifestanti anti-green pass in particolare nei confronti dei colleghi del Secolo XIX, di Repubblica, della Rai e di Geniva 24, impegnati a garantire una informazione puntuale e obiettiva al servizio dei lettori».
Di «inaccettabili episodi di intolleranza nei confronti dei giornalisti» parlano Igor Magni, segretario generale Cgil Genova, e Fulvia Veirana, segretaria generale Cgil Liguria, che esprimono «solidarietà a tutte le colleghe e i colleghi dell'informazione che quotidianamente svolgono il loro lavoro con dedizione, professionalità e a garanzia dell'ordinamento democratico». Solidarietà anche dalla Uil Liguria, il cui segretario generale, Mario Ghini, definisce «fantasioso da parte dei manifestanti "no vax – no pass" parlare di atteggiamento discriminatorio e lesivo della libertà costituzionale da parte del governo in merito al Green pass, quando sono i primi a ledere la dignità dei giornalisti che, con professionalità e abnegazione, anche nei momenti più tragici del Paese, hanno continuato ad informare gli italiani contribuendo anche alla formazione di una coscienza critica».
A Roma, denuncia l'Assostampa regionale, «il refrain del sit-in no vax è stato un continuo inno al giornalista "venduto" al potere. Nonostante la rilevante copertura mediatica, gli organizzatori, guidati anche da Forza nuova e Giuliano Castellino, non paghi degli inni, sono sfilati in corteo verso la Rai, in una specie di marcia evidentemente scritta nel loro dna. Sono episodi – osserva Stampa Romana – che ripetono quanto già avvenuto al Circo Massimo e sempre in piazza del Popolo in altre manifestazioni novax. Chiediamo a prefetto e forze dell'ordine come possa ancora avvenire tutto questo. Forse la strategia di "guardare e lasciarli sfogare" inizia a fare a pugni con un minimo di buon senso e rispetto delle leggi a garanzia di tutti i cittadini e degli operatori dell'informazione».
Anche per l'Associazione Stampa dell'Emilia Romagna, «le manifestazioni contro il green pass in Italia, a partire da quella di Piazza del Nettuno a Bologna, sono diventate l'ennesima occasione per insultare e tentare di non far lavorare i giornalisti. I colleghi che erano legittimamente in servizio documentando una manifestazione in luogo pubblico si sono trovati ancora una volta in difficoltà. Da mesi – si legge ni una nota del sindacato regionale – denunciamo fenomeni come questi che sono stati accentuati dall'emergenza Covid ma evidentemente hanno radici profonde. Richiamiamo ancora una volta chi rappresenta le istituzioni a non sottovalutare episodi del genere che, se trascurati, non possono che lasciar presagire scenari più cupi per il futuro. A chi scende poi in piazza invocando libertà chiediamo il doveroso rispetto dei diritti che garantiscono tutti in questo Paese, a partire da quello di cronaca».
A Firenze, rilevano Assostampa e Ordine dei giornalisti della Toscana, «ai cori contro chi era sul posto a fare il proprio lavoro nel pieno rispetto del diritto di cronaca, sono stati aggiunti colpi alla schiena, calci alle gambe e danneggiamento alla telecamera del collega Saverio Tommasi di Fanpage. Altri giornalisti che erano sul posto hanno cercato di proteggerlo e di aiutarlo a uscire dal vortice di una contestazione immotivata e da condannare senza indugi». L'Associazione Stampa Toscana e l'Ordine dei giornalisti della Toscana, d'intesa con la Federazione nazionale della Stampa italiana, «chiedono alle autorità di pubblica sicurezza di tutelare il lavoro dei cronisti e di far analizzare dagli specialisti i video che documentano gli episodi, dai quali non dovrebbe essere difficile individuare i responsabili». Per la Fnsi, inoltre, «occorrono misure urgenti contro chi "molesta" il diritto di cronaca».
E mentre quindici tra senatrici e senatori chiedono in una interrogazione urgente alla ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, di intervenire affinché siano identificati e puniti gli aggressori del giornalista Saverio Tommasi e «quali iniziative intenda adottare per la salvaguardia del diritto all'informazione e il diritto ad essere informati, nonché il diritto di cronaca, a protezione di coloro che grazie al proprio lavoro di inchiesta offrono un servizio pubblico ai cittadini», la Federazione europea dei giornalisti annuncia la segnalazione di quanto accaduto sulla piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo.