“Dunque contro il conflitto di interessi sembrerebbe proprio impossibile intervenire in modo efficace. Nel tracciare il bilancio di 7 anni alla guida dell’Agcom, Corrado Calabrò riconosce che sul tema ‘qualcuno avrebbe voluto che facessimo di più’ - tra questi, lo ammettiamo, c’è anche la Fnsi - ma sostiene che ‘la materia è fondamentalmente riservata alla legge’. In base ai suoi poteri, l’Autorità potrebbe soltanto ‘ammonire’, non ‘fischiare la squalifica’.
Né ha potuto occuparsi degli eccessi di concentrazione nella raccolta pubblicitaria, perché ‘questo intendimento è stato drasticamente censurato dall’Autorità Antitrust’. L’anomalia italiana è sotto gli occhi di tutti, e non vale a cancellarla l’ingresso di un terzo soggetto come Sky tra i duopolisti Rai e Mediaset: perché le risorse pubblicitarie rimangono clamorosamente sbilanciate (a differenza di quanto accade nel resto d’Europa) a favore della tv generalista, e in particolare di una azienda, che da sola raccoglie più pubblicità di tutta la carta stampata messa insieme. Le Autorità ‘di controllo’ - si fa per dire - ci sarebbero, ma non possono o non vogliono intervenire. E intanto l’editoria italiana continua a dibattersi in una crisi drammatica, per la quale ci si mostra preoccupati nei giorni dispari. In quelli pari c’è il conflitto di interessi al quale arrendersi”.