Milano aula bunker gravi disfunzioni nell’organizzazione della sala stampa nel corso della deposizione del pentito di mafia Giuffrè
L'esercizio della cronaca è un diritto e un dovere. E la deposizione di un importante pentito di mafia non è affare da poco. Eppure i cronisti che hanno seguito la deposizione di Giuffrè nell'aula bunker di Milano, venerdì e sabato scorso, sono stati messi nelle condizioni di lavorare con difficoltà. I colleghi, infatti, sono stati fatti accomodare in uno spazio in cui non c'erano piani d'appoggio ne prese elettriche per i computer e dove le parole del pentito giungevano male, a volte distorte. La sala stampa, inoltre, non era collegata in nessun modo con l'aula, perciò è risultata inutilizzabile. La Commissione Sindacale dell'Associazione lombarda dei giornalisti e il Gruppo cronisti lombardi protestano per l'episodio e chiedono alle istituzioni preposte che non si verifichino più problemi di questo tipo. Perché la cronaca di cause importanti e delicate non è un questione che riguarda solo i giornalisti, ma anche e soprattutto i lettori e quindi la società.