«L'Italia potrebbe affossare l'accordo sulla prima legge europea per la libertà di stampa se non conterrà la possibilità di spiare i giornalisti in nome della 'salvaguardia nazionale'». Lo si legge in un articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano martedì 12 dicembre 2023, in cui vengono citati i verbali di una riunione a porte chiuse del Consiglio europeo visionati dai consorzi di giornalismo Investigate Europe (IE), Disclose e Follow The Money.
«Nel resoconto dell'incontro degli ambasciatori a Bruxelles, tenutosi il 22 novembre, si legge che il governo italiano definisce il mantenimento del paragrafo sulla sicurezza nazionale (art. 4) una 'linea rossa'. Nel linguaggio diplomatico - continua l'articolo - significa che è pronto a votare contro l'intero regolamento se verrà cancellata. L'Italia è l'unica a essersi spinta così avanti, anche se altri sei Paesi (Francia, Finlandia, Cipro, Svezia, Malta e Grecia) sono favorevoli a usare programmi spia sui cronisti in nome della sicurezza nazionale».
Il Fatto ricorda poi come venerdì 15 dicembre sarà la giornata decisiva, con il «negoziato finale tra Europarlamento, Consiglio e Commissione (il trilogo). I sette Paesi rappresentano solo il 34% della popolazione Ue, ma hanno una 'minoranza di blocco' in grado di impedire l'approvazione del regolamento considerato che l'Ungheria voterà in ogni caso contro. Se accadesse, crollerebbero gli sforzi di chi per decenni ha cercato di far approvare una legge europea sull'indipendenza dei media».
Sulla vicenda interviene anche la Federazione europea dei giornalisti che «condanna con forza la decisione dei sette governi: Il 15 dicembre - si legge sul sito web della Efj - potremmo assistere a tre scenari: se questi colloqui non riuscissero a raggiungere un accordo, la legge potrebbe crollare, lasciando vulnerabili le libertà dei media in tutta Europa. Se si raggiungesse una via di mezzo, la legge potrebbe stabilire misure di base cruciali per la libertà di stampa. Ma se la 'esenzione per la sicurezza nazionale' dovesse passare, la legge creerebbe una lacuna pericolosa».
Così la presidente della Efj, Maja Sever: «Siamo profondamente scioccati dalle richieste di questi sette governi, che stanno violando gli standard legali europei sulla libertà di stampa, come stabilito dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. Inserire una simile eccezione in un testo che mira a promuovere la libertà dei media in Europa è pura provocazione. Chiediamo al Parlamento europeo e alla Commissione europea di respingere fermamente questa disposizione illiberale, che minaccia non solo la protezione delle fonti giornalistiche, ma anche la democrazia».