CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Associazioni 01 Ott 2010

Manifestazione per la libertà di stampa a Conselice (Ravenna): “1° ottobre, Giornata Nazionale per il diritto all’informazione” L’intervento del Presidente dell’Aser, Camillo Galba

Il sindaco di Conselice Maurizio Filipucci assieme a cinque colleghi della Bassa Romagna confascia tricolore e gonfalone, la Provincia di Ravenna, i dirigenti dell’Associazione Stampa Emilia Romagna e dell’Ordine dei Giornalisti e il vicepresidente della Commissione Cultura del Senato, Vincenzo Vita, scolaresche di Conselice hanno commemorato il quarto anniversario del monumento alla stampa clandestina. Una data non casuale perché il 1° ottobre 1944 furono fucilati quattro tipografi che nel paese stampavano in clandestinità le molte testate del Cln durante la Resistenza.

Il sindaco di Conselice Maurizio Filipucci assieme a cinque colleghi della Bassa Romagna confascia tricolore e gonfalone, la Provincia di Ravenna, i dirigenti dell’Associazione Stampa Emilia Romagna e dell’Ordine dei Giornalisti e il vicepresidente della Commissione Cultura del Senato, Vincenzo Vita, scolaresche di Conselice hanno commemorato il quarto anniversario del monumento alla stampa clandestina. Una data non casuale perché il 1° ottobre 1944 furono fucilati quattro tipografi che nel paese stampavano in clandestinità le molte testate del Cln durante la Resistenza.

A Conselice esiste l’unico monumento in Italia che ricorda le battaglie di giornalisti e tipografi per mantenere la libertà di espressione sotto ogni regime e orizzonte politico; anche oggi le istituzioni e le associazioni cittadine riconoscono in questa testimonianza un valore fondamentale per ogni cittadino a prescindere dalle sue opinioni politiche. Quest’anno a consegnare il tricolore al Comune è stata l’Aser, Associazione Stampa Emilia Romagna – Fnsi – che ha fatto da capofila all’iniziativa. Nel suo intervento il senatore Vita ha ricordato il filo che unisce le lotte per garantire a tutti il diritto di parola e di espressioni dal dopoguerra a oggi, in un momento in cui i mezzi di comunicazione hanno raggiunto una diffusionee un’ampiezza mai conosciuta in passato. “Dai telefonini a internet – ha ricordato – oggi chiunque può esporre le sue idee, proposte ecritiche a un numero molto ampio di persone. L’intera società si arricchisce di questo scambio di esperienze che diventano un patrimonio di tutti. Per questo è necessario che lo Stato garantisca nella maniera più ampia questo diritto”. Su proposta del presidente dell’AserCamillo Galba è stato avanzato il progetto, accolto dal sen. Vita,di proclamare per via parlamentare il 1° ottobre la Giornata nazionale per la Libertà d’Informazione, con il coinvolgimento della società civile e delle istituzioni. In questo contesto è stato chiesto di ricordare il centenario del primo contratto collettivo dei giornalisti,che fu anche il primo contratto collettivo nazionale a essere stipulato in Italia nel 1911.   Il testo dell’intervento del Presidente dell’Aser Camillo Galba alla cerimonia per il quarto anniversario del monumento alla libertà di stampa

Conselice, con la sua piazza e il suo monumento, suscita sempre in me un’emozione particolare, mi dà un impulso straordinario a battermi per un diritto irrinunciabile: il diritto alla libertà e alla democrazia. Democrazia che non sarà mai compiuta finché vi saranno limitazioni alla libertà di stampa e al diritto sacrosanto dei cittadini di sapere e di essere informati.
Quel pluralismo dell’informazione che si è andato via via consolidando negli anni, proprio a partire dall’Unità d’Italia, oggi rischia di essere soffocato da una serie di provvedimenti legislativi che da una parte puntano a mettere il bavaglio ai giornalisti e dall’altra cercano di minare la solidità finanziaria delle imprese, spesso già di per sé precaria. Con i tagli di Tremonti e la manovra sulle tariffe postali, decine e decine di giornali no profit, cooperative di idee e di partito, emittenti locali, piccoli periodici vengono affossati. E proprio la nostra regione sta pagando un prezzo molto alt è stata annunciata, a partire dal 15 ottobre, la chiusura della redazione bolognese dell’Unità, “Il Bologna”, quotidiano del gruppo EPolis, ha cessato le pubblicazioni, decine di colleghi devono sopportare il peso della cassa integrazione.
E come se ciò non bastasse, il presidente del Consiglio rilancia il ddl sulle intercettazioni, quel provvedimento che, facendo un uso distorto e strumentale del diritto alla privacy, pone una serie di divieti alla libera pubblicazione delle notizie, che di fatto cancella la cronaca giudiziaria e il vostro sacrosanto diritto ad essere informati correttamente. Il presidente del Consiglio sappia che, insieme a voi, alla società civile, siamo pronti a riprendere la lotta che già nell’estate scorsa ha impedito che si facesse scempio della democrazia. Siamo pronti a tornare in piazza, ai piedi del nostro monumento alla libertà di stampa, come abbiamo fatto la notte del primo luglio scorso, perché questa pedalina non rappresenta solo il giusto omaggio a chi ha sacrificato la propria vita per la libertà e la democrazia, ma è anche il simbolo di chi crede nella forza delle idee e degli ideali, una forza che è insita nei valori che il monumento rappresenta, una forza che non potrà mai essere eliminata per legge. Ed è per questo che l’Aser chiede che il 1° ottobre venga proclamato giornata nazionale per la libertà di stampa.
Certo, noi giornalisti abbiamo il dovere di informare correttamente, di dare le notiziee non di montare campagne contro Tizio e contro Caio, come purtroppo troppo spesso sta avvenendo da un po’ di tempo a questa parte. Non possiamo restare in silenzio di fronte a un uso distorto e improprio dell’informazione. E’ indispensabile correggere la rotta, perché sono in gioco la credibilità e il futuro stesso della nostra professione.E in nome di quei valori e di quegli ideali in cui fermamente crediamo,l’Associazione della stampa Emilia-Romagna, che qui rappresento, tra breve consegnerà il Tricolore al Comune di Conselice, il Tricolore simbolo dell’Unità d’Italia che viene richiamata nella frase al centro della bandiera e di cui nel 2011 si celebrerà il centocinquantesimo anniversario con un nutrito programma di celebrazioni.
Ma nel 2011 ci sarà un’altra importante ricorrenza, una ricorrenza che probabilmente passerà sotto silenzio, ma che a mio parere ha un’importanza fondamentale per la vita democratica e lo sviluppo di un Paese civile. Nel 1911 la Federazione nazionale della stampa italiana sottoscrisse con i rappresentanti degli editori la “convenzione d’opera giornalistica”, il primo contratto collettivo di lavoro della categoria ed anche il primo contratto collettivo nazionale stipulato in Italia.
Cento anni dopo ci troviamo di fronte al tentativo – supportato purtroppo anche da alcune organizzazioni sindacali – di limitare o cancellare la contrattazione collettiva. Il che equivale a limitare o cancellare i diritti dei lavoratori, a togliere dignità al lavoro. Anche questa è una questione di democrazia.
Non possiamo permettere che venga stravolto l’articolo 36 della Costituzione che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Già oggi dobbiamo sopportare i danni provocati dalle leggi che di fatto hanno istituzionalizzato il precariato peggiorando le condizioni di vita dei lavoratori e negando ai giovani la possibilità di costruirsi un futuro.
E la categoria dei giornalisti soffre in modo particolare questa situazione. L’esercito dei precari, pagati 2 o 3 euro a pezzo, s’ingrossa di giorno in giorno. Con un duplice rischi da una parte che i colleghi non riescano a mettere insieme il pranzo con la cena, data l’esiguità delle loro entrate, dall’altra che, per questa loro debolezza, siano più facilmente ricattabili e non possano svolgere la loro professione in piena autonomia. Insomma, la libertà di stampa e il diritto a un lavoro dignitoso sono due facce della stessa medaglia, la medaglia della democrazia. Per questo ritengo che si debba trovare uno spazio per ricordare il centenario del primo contratto collettivo di lavoro e rilanciare la contrattazione collettiva come baluardo della democrazia stessa.
Chiudo con un pensiero rivolto agli studenti, che ogni anno rallegrano questa nostra festa. Ragazzi, prestate attenzione doppia quando i vostri insegnanti vi spiegano che cosa c’è dietro il Tricolore, che cosa c’è dietro la pedalina e il monumento alla libertà di stampa e alla stampa clandestina, perché se saprete comprendere oggi e fare vostri i valori che questa terra e la sua gente hanno espresso ed esprimono, domani sarete degli ottimi cittadini del mondo.

@fnsisocial

Articoli correlati