«La stampa è al servizio della verità, ma sappiamo tutti come questa sia inafferrabile. Accontentiamoci allora che la professione giornalistica sia esercitata con l'attenta, perfino esasperata, ricerca del riscontro oggettivo, con buona fede, con la consapevolezza dell'influenza che perfino la pubblicazione di una semplice notizia di cronaca o di un commento può esercitare sulla pubblica opinione e talora sullo sviluppo della società. Credo che si possa fare caloroso invito ad avere tutti riguardo della dignità della persona, che va salvaguardata nella massima misura».
Sono affermazioni di Giovanni Leone definite «profetiche» dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto al Quirinale all'incontro di studio "Giovanni Leone. Presidente della Repubblica 1971-1978" nel ventesimo anniversario della scomparsa.
«Difficile trovare parole più misurate e più umane per definire la responsabilità degli organi di informazione e dei giornalisti che dovrebbe essere sempre doverosamente rispettata», ha chiosato l'attuale Capo dello Stato.
«Difficile – ha poi aggiunto Mattarella riferendosi alla vicenda che portò alle dimissioni del suo predecessore – trovare una campagna giornalistica scandalistica e invereconda come quella diretta contro il Presidente Leone, secondo un modello altre volte registrato».