di Marina Castellaneta*
In gioco non c’è solo la ripresa, ma la tutela della rule of law che si realizza in modo effettivo solo se è assicurata la libertà dei media. Di qui interventi concentrici delle istituzioni Ue per adottare misure volte a garantire i media. In questa direzione è intervenuto il Parlamento europeo con una risoluzione del 20 ottobre 2021 “sui media europei nel decennio digitale: un piano d’azione per sostenere la ripresa e la trasformazione” (qui il testo della direttiva).
Gli eurodeputati chiedono agli Stati membri di assicurare il doppio sistema di media pubblici e commerciali in Europa, con finanziamenti “stabili, aperti, trasparenti, sostenibili e adeguati per i media del servizio pubblico su base pluriennale al fine di assicurarne l’indipendenza dalle pressioni governative, politiche e di mercato e garantire in tal modo l’eterogeneità del panorama dei media europei”. La qualità può essere raggiunta solo con finanziamenti adeguati e solo con il giornalismo professionale, pilastro della democrazia e dello Stato di diritto, la cui importanza è stata messa in rilievo ancora di più con la crisi pandemica.
L’indipendenza del servizio pubblico – prosegue il Parlamento – deve essere garantita con flussi di entrate stabili perché il servizio pubblico deve essere libero da ingerenze politiche interne ed esterne, provenienti «da governi, potenti gruppi di interesse, Paesi terzi o altri attori esterni».
Anche nell’Europa patria del diritto, la libertà dei media si è gravemente deteriorata e, quindi, gli Stati devono compiere «ogni sforzo per garantire la solidità del settore dei media, garantire l’indipendenza dalle pressioni economiche e politiche e aumentare la libertà e il pluralismo dei media, nonché promuovere migliori standard all’interno del settore, sia offline che online, e garantire la sicurezza dei giornalisti e delle fonti di informazione». Necessario anche un intervento per frenare il ricorso ad azioni legali vessatorie (SLAPP) volte a intimidire i giornalisti e «metterli a tacere».
Dal canto suo, la Commissione europea è pronta a intervenire presentando una proposta di direttiva sulla liberà dei media e ha già adottato, il 16 settembre 2021, una raccomandazione relativa alla garanzia della protezione, della sicurezza e dell’empowerment dei giornalisti e degli altri professionisti dei media nell’Unione europea (qui il testo della raccomandazione).
Per Bruxelles è centrale la formazione non solo dei giornalisti ma anche del personale dei servizi giudiziari e delle procure al fine di far conoscere meglio le norme internazionali in materia di libertaÌ€ di espressione, accesso all’informazione e sicurezza dei giornalisti. Sul piano internazionale, infatti, la libertà di stampa e la tutela dei giornalisti sono presi molto sul serio. Lo stesso non può dirsi in molti Stati membri, che omettono di adottare leggi anche quando richieste da organi giurisdizionali internazionali.
*L’articolo integrale è pubblicato sul blog della professoressa Marina Castellaneta (qui il link diretto).