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Fnsi 07 Ott 2002

L’assemblea dei redattori di “Libertà” affida al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero

L’assemblea dei redattori di “Libertà” affida al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero

L’assemblea dei redattori di “Libertà” affida al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero

Piacenza, 3 ottobre 2002 Alla presidente dell’Editoriale Libertà Sig.ra Donatella Ronconi Al direttore responsabile Dott.Gaetano Rizzuto Al direttore generale Dott.Marco Zazzali L’assemblea dei redattori di “Libertà”, riunitasi mercoledì u.s., esaminata la ormai insostenibile situazione redazionale, aggravata dalla carenza di organico e dal contemporaneo aumento dei carichi di lavoro, rileva: che il collega Umberto Fava, in pensione dal 1°ottobre, non è ancora stato sostituito, contrariamente agli impegni che il direttore aveva preso con il CdR nella verifica del giugno scorso; che il collega Marcello Gravante , in malattia da più di un anno, attualmente non viene sostituito; che il collega Luciano Dacquati dal 1°novembre prossimo non sarà più presente in redazione; che contemporaneamente sono aumentati i carichi di lavoro e gli orari di lavorazione del giornale si sono notevolmente allungati; chiede un’organizzazione del lavoro che non costringa buona parte dei redattori ad entrare in servizio al mattino e terminare a notte inoltrata. Al riguardo si ricorda che il contratto nazionale di lavoro (Art.7) prevede che il giornalista presti la propria opera giornaliera nell’arco massimo di 10 ore; ribadisce che i turni di riposo settimanale dovrebbero sempre essere rispettati anche durante i periodi di ferie; considera che la copertura dei posti vacanti comunque insufficiente rispetto agli attuali tempi di lavorazione del giornale; solleva il problema del lavoro domenicale anche alla luce dell’aumento di pagine di sport imposto dal direttore, in spregio all’art.34 del contratto nazionale di lavoro e senza un relativo piano di attuazione: quando la coperta è troppo corta, la si tiri come si vuole, ma lascia sempre qualche parte scoperta; non ritiene corretto che i colleghi che hanno forfettizzato il lavoro domenicale siano chiamati a lavorare un numero di domeniche superiore alla normale turnazione della redazione di appartenenza senza alcuna remunerazione aggiuntiva; fa presente che l’attuale situazione dell’organico frena il piano di recupero delle ferie; esprime preoccupazione per le voci insistenti di un nuovo rimescolamento fra le varie redazioni (sarebbe il terzo in un anno) che certamente non servirebbe a risolvere i problemi fin qui esposti, ma – visti anche i risultati dei precedenti ribaltoni – potrebbe aggravarli, portando ulteriore confusione e disorientamento; manifesta disagio per il distacco sempre più marcato e la crescente conflittualità tra direzione e redazione, spesso accusata – a torto – di scarsa professionalità e di sottovalutazione della concorrenza; riafferma la professionalità e la grande disponibilità dell’intera redazione il cui lavoro ha certamente contribuito al cospicuo aumento degli utili di bilancio, senza ricevere alcun tipo di gratificazione; segnala di non condividere la tendenza sempre più diffusa ad ospitare interventi di illustri sconosciuti o sedicenti opinionisti senza che sia stato tracciato un confine netto tra chi ha veramente qualche cosa da dire e chi si scrive addosso sottraendo spazio alle notizie; attende dal giugno scorso una risposta dell’azienda alla bozza di contratto integrativo presentata dal CdR. In seguito a quanto sopra esposto, l’assemblea dei redattori, all’unanimità, affida al CdR un pacchetto di tre giorni di sciopero da attuarsi nel caso non vengano risolti al più presto i problemi sul tappeto. L’assemblea dei redattori di “Libertà”

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