«Il decreto Crescita all'esame della Commissioni Bilancio e Finanze della Camera rappresenta un'occasione irripetibile per evitare l'interruzione del servizio. Un'occasione irripetibile per impedire lo spegnimento di Radio Radicale». Questo l'appello lanciato dall'emittente mentre a Montecitorio di discutono gli emendamenti che confluiranno nel testo finale atteso in aula nei prossimi giorni.
«Le prossime ore – prosegue la nota di Radio Radicale – sono determinanti per la vita del servizio di trasmissione delle sedute del Parlamento svolto da 43 anni. L'approvazione della mozione al Senato con l'impegno da parte della maggioranza di presentare nelle prossime settimane un disegno di legge per demandare ad una bando di gara l'assegnazione del servizio per i prossimi anni è da salutare con favore, noi lo chiediamo dal 1998. Deve essere chiaro a tutti, però, che senza un intervento urgente da parte del governo e della maggioranza non sarà possibile nel frattempo scongiurare l'interruzione del servizio di interesse generale svolto da Radio Radicale, interruzione che l'Autorità delle Comunicazioni ha paventato nella segnalazione urgente inviata all'esecutivo oltre un mese fa».
Al fianco dei colleghi, che rischiano di perdere il posto di lavoro in seguito alla mancata proroga della convenzione con il Mise, si schierano ancora una volta Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.
«La Federazione nazionale della Stampa italiana – rilevano – condivide l'appello di Radio Radicale e chiede che gli emendamenti relativi al salvataggio dell'emittente e alla moratoria ai tagli del fondo per l'editoria siano inseriti nel dl Crescita, così che finalmente tutti gli attestati di solidarietà, arrivati anche non pochi esponenti della maggioranza, possano trasformarsi in atti concreti e voti, impedendo un ulteriore colpo alle voci della diversità e delle differenze e dando ascolto alle parole del presidente Mattarella, che più volte ha richiamato il valore dell'articolo 21 della Costituzione come presidio di democrazia».
La Fnsi, anticipano, «sarà presente domani, alle 16, alla conferenza stampa convocata nella sala stampa della Camera dei Deputati subito dopo la consegna delle oltre 167mila firme raccolte tramite la piattaforma change.org per chiedere di non spegnere Radio Radicale».
Radio Radicale, il Cdr al governo: «In ballo il futuro di 100 lavoratori»
«Chiediamo al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, Luigi Di Maio, al vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, Matteo Salvini e al sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, di farsi carico della situazione di gravissima incertezza in cui si ritrovano gli oltre 100 lavoratori, interni ed esterni, di Radio radicale». È quanto afferma una nota del Cdr dell'emittente.
«Ricordiamo - prosegue la rappresentanza sindacale - che è in ballo il lavoro e il futuro dei giornalisti, dei tecnici, degli archivisti, degli amministrativi e dei collaboratori che non possono essere cancellati con un tratto di penna a cui nelle attuali condizioni l'azienda non può dare nessuna garanzia, nemmeno per l'immediato. Ed è per questo che la mozione approvata dal Senato e il Dl Crescita all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera sono l'occasione per governo e maggioranza di dimostrare concretamente la volontà di raccogliere le sollecitazioni venute dall'Agcom e ascoltare gli appelli venuti dal mondo politico, da quello accademico, dell'informazione e della cultura e anche dalla magistratura, dall'avvocatura, da amministrazioni locali, sindacati e associazioni insieme a decine e decine di migliaia di cittadini per la vita di Radio radicale». (AdnKronos – Roma, 11 giugno 2019)