CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 01 Dic 2003

La Stampa, chiusura degli inserti “VivereRoma” e “VivereMilano” . Le mozioni presentate all’assemblea dei redattori e il comunicato del Sindacato cronisti romani

La Stampa, chiusura degli inserti “VivereRoma” e “VivereMilano” . Le mozioni presentate all’assemblea dei redattori e il comunicato del Sindacato cronisti romani

La Stampa, chiusura degli inserti “VivereRoma” e “VivereMilano” . Le mozioni presentate all’assemblea dei redattori e il comunicato del Sindacato cronisti romani

Il testo della mozione presentata dal Cdr e approvata dall'assemblea dei redattori della Stampa con 80 voti a favore (Torino, province piemontesi e Aosta), 51 contrari (Roma, Milano e Liguria) e 2 astensioni: L'assemblea dei redattori della Stampa 1) Preso atto della decisione del'Azienda di chiudere le edizioni di VivereRoma e VivereMilano esprime la propria preoccupazione per l'evidente danno di immagine che tale scelta produce nei confronti del marchio La Stampa. Esprime inoltre la propria solidarietà ai colleghi che, pur assunti con contratti a tempo determinato in scadenza a marzo, dovrebbero lasciare anzitempo il lavoro e riconosce la qualità professionale che in questi due anni hanno dimostrato, non solo per i dorsi locali. L'assemblea richiede a Direzione e Amministrazione di tenere in considerazione tutti i colleghi per future opportunità di lavoro o di collaborazione a Roma e Milano. 2) Esprime la propria preoccupazione per l'atteggiamento che l'Azienda ha avuto nei confronti della Federazione Nazionale della Stampa e delle Associazioni Regionali in occasione della affrettata, tardiva e unilaterale comunicazione relativa alla chiusura di VivereRoma e VivereMilano. La richiesta, una volta trovata l'intesa a livello aziendale, di trasferire la materia al tavolo nazionale - in presenza della 416 - è stata appoggiata dal Cdr, che non trova valide ragioni nell'assoluta chiusura e indisponibilità da parte dell'Editrice. Per questo la rottura dei rapporti sindacali fra La Stampa e il sindacato, ci preoccupa. 3) Sentita la relazione del Comitato di Redazione, esprime la propria profonda preoccupazione per l'andamento dell'Editrice, soprattutto in ordine alla curva discendente delle vendite e della raccolta pubblicitaria. La carenza di progettualità e di piani di sviluppo e consolidamento editoriale da parte di Amministrazione e Direzione - dato atto degli effetti positivi che il rinnovamento del settimanale Specchio sta producendo - non può lasciarci indifferenti. Alla chiusura di una iniziativa, nata per testare il mercato pubblicitario nazionale, non possono che seguire lo studio e la realizzazione di altre iniziative, che purtroppo non sono in cantiere (e il semplice maquillage dell'esistente non può certo bastare). Dev'essere obbiettivo prioritario dell'Editrice, in questo momento di difficoltà e in vigenza dello stato di crisi, la ricerca di nuovi progetti per recuperare copie e pubblicità perse sia a livello nazionale che nel nostro mercato domestico, dove un tempo eravamo in posizione dominante assoluta. Né basta rinnovare per l'ennesima volta annunci del tipo , , . Il clima di depressione e di declino che si respira nel giornale non è più tollerabile, né lo sono le manifeste divergenze all'interno dell'Editrice fra Direzione e Amministrazione. Non è interesse della redazione schierarsi: ci interessa invece lavorare per un'azienda che, pur nelle difficoltà, dia prova di volontà e impegno per scrollarsi di dosso la crisi e ripartire. Ci interessano iniziative di aggressione del mercato torinese e piemontese, ma ci interessa anche provare nuove vie di sviluppo sul piano nazionale e di qualità. Le une e le altre sono legate e complementari. Il nostro giornale deve continuare a essere nazionale con un forte radicamento nel Nord-Ovest, anche per conservare e incrementare le vendite a Torino, in Piemonte e in Liguria. La continua emorragia di firme (giornalisti ed editorialisti), la sempre minore possibilità di competere con gli altri due giornali nazionali (un tempo più vicini, ora assai lontani), l'ulteriore ridimensionamento del sito Web che dimostra il ritiro dell'Editrice da un mercato che viene tuttora presidiato e inseguito da tutti i nostri diretti concorrenti, il ridimensionamento degli organici ormai ridotti all'osso in tante realtà, hanno prodotto nella redazione una crescente preoccupazione e disagio. Le redazioni danno la massima disponibilità a Direzione e Amministrazione per partecipare a tutti i progetti di studio che si vorranno provare per raggiungere gli obbiettivi sopra indicati. Ma non sono più disposte ad aspettare che gli eventi maturino. In relazione al punto 3 l'assemblea affida al Comitato di Redazione un pacchetto di tre giorni di sciopero da utilizzare nel caso in cui la situazione descritta non sia rapidamente invertita. Il Cdr, inoltre, dopo aver riferito i contenuti di questo documento a Direzione e Amministrazione, dovrà trovare il modo per riferire anche al Consiglio di Amministrazione dell'Editrice. La mozione presentata in precedenza all'Assemblea dal collega Roberto Giovannini della redazione romana de La Stampa che è stata respinta con 68 voti contrari (Torino e gran parte delle province piemontesi), 50 favorevoli (Roma, Milano e Liguria) e 12 astensioni: La redazione de La Stampa, ascoltate le comunicazioni del Comitato di Redazione, proclama lo stato di agitazione e consegna al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero da utilizzare nell'ambito del confronto che è necessario e urgente aprire in tempi brevi con l'azienda, in sede FIEG-FNSI, su stato di crisi e sviluppo del giornale. 1) Nel corso dell'incontro di ieri con il Cdr, l'azienda si è assunta la grave responsabilità di respingere la proposta di aprire una tratttativa sindacale nella sede propria (tavolo FNSI-FIEG), proposta formulata unitariamente dalla Federazione Nazioinale della Stampa e dalle tre Associazioni regionali presenti all'incontro. Un atteggiamento grave, perchè in questo modo si afferma il principio di decisioni aziendali unilateralmente prese e semplicemente comunicate alle rappresentanze dei giornalisti senza adeguato preavviso. 2) La decisione di chiudere i dorsi di cronaca di Roma e di Milano e di concludere improvvisamente i rapporti di lavoro attivati con i giornalisti di VivereRoma e VivereMilano rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione e di allarme, alla luce delle prospettive incerte dello "stato di crisi" dichiarato dall'azienda. Questo, in presenza di numerosi problemi da tempo irrisolti: perdita di copie, carenze di organico e vuoti nell'organizzazione del lavoro, persistenza di un bacino di precariato nella redazione centrale e nelle Province. 3) L'assemblea esprime la propria solidarietà ai colleghi che, pur assunti con contratti a tempo determinato, devono pur lasciare anzitempo il lavoro, e riconosce la qualità professionale che in questi anni hanno dimostrato, non solo per i dorsi locali. L'Assemblea impegna il Cdr a richiedere a direzione e amministrazione che a questi colleghi siano offerte opportunità di lavoro nelle città di Roma e Milano in attesa degli sviluppi dell'ulteriore negoziato. 4) Con un tratto di penna, senza una reale esplicitazione delle ragioni editoriali e finanziaria di questa decisione, si pone fine ad un esperimento su cui pure l'azienda ha investito ingenti risorse e un massiccio sforzo editoriale. Contestualmente, non emerge da parte dell'azienda alcun progetto serio di sviluppo del giornale e tantomeno un consistente piano di consolidamento delle vendite e dell'insediamento del giornale nelle sue aree fondamentali. Comunicato del Sindacato cronisti romani Brutale operazione a “La Stampa” Domenica si conclude una brutale operazione antisindacale con la chiusura dell’inserto “Vivereroma” de “La Stampa”, che si era inserito brillantemente nel panorama delle cronache romane contribuendo al pluralismo delle voci su una piazza assai delicata per l’informazione. Con un preavviso verbale di solo 4 giorni, mai avvenuto per qualsiasi altra categoria di lavoratori, si mandano a casa 6 cronisti (altri 4 a Milano con la chiusura dell’inserto “Viveremilano”) che hanno l’unico torto di aver fatto fino in fondo il loro dovere professionale. Un atto gravissimo e senza precedenti, reso ancora più inquietante e allarmante perché compiuto da uno dei maggiori e più seri quotidiani italiani e perché pilotato da un giornalista contro altri giornalisti. Roma 28 novembre 2003

@fnsisocial

Articoli correlati