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Internazionale 10 Dic 2007

La Corte europea condanna divulgazione segreti

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha ritenuto che non ci sia stata alcuna violazione della libertà di espressione (articolo 10 della Convenzione) nella condanna di un giornalista accusato di aver divulgato un documento segreto relativo agli indennizzi delle vittime dell'Olocausto.

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha ritenuto che non ci sia stata alcuna violazione della libertà di espressione (articolo 10 della Convenzione) nella condanna di un giornalista accusato di aver divulgato un documento segreto relativo agli indennizzi delle vittime dell'Olocausto.

La sentenza emessa oggi, in appello, dalla Grande Camera della Corte di Strasburgo prende in esame il caso del giornalista Martin Stoll condannato in Svizzera per articoli tratti da un rapporto segreto. I giudici europei (12 a favore e 5 contrari), hanno ritenuto che non ci sia stata violazione della libertà di espressione ed hanno dato ragione al governo svizzero secondo il quale l'intenzione principale non era quella di ''informare il pubblico su una questione di interesse generale'', ma di fare di un rapporto ''un argomento di inutile scandalo''. Il rapporto a cui l'articolo del giornalista faceva riferimento era quello dell'ambasciatore svizzero negli Usa sui negoziati tra il Congresso mondiale ebraico e le banche svizzere a proposito degli averi senza eredi. In una precedente sentenza la Corte (quattro voti contro tre) si era invece espressa per la violazione della libertà di espressione, mentre oggi la Grande Camera ha ribaltato quella sentenza. I cinque giudici contrari hanno fatto pubblicare le motivazioni del loro voto discordante. (ANSA)

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