«I giornalisti italiani stanno assistendo con orrore alla morte di decine di colleghi palestinesi, vittime dei bombardamenti, delle azioni militari, delle rappresaglie che l'esercito del Suo Paese sta compiendo contro Hamas nella striscia di Gaza». Lo scrive Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, in una lettera inviata all'ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar.
«Non giustifichiamo – prosegue la missiva – la violenza e la brutalità con le quali il 7 ottobre 2023 i terroristi di Hamas hanno attaccato lo Stato israeliano e siamo vicini alla popolazione per il dramma degli ostaggi. Allo stesso modo, però, non possiamo tacere che da quel 7 ottobre sono morti nel conflitto decine di giornalisti e operatori dei media palestinesi, che sono state distrutte redazioni e sedi delle testate giornalistiche. Nei conflitti esistono, lo sappiamo, danni collaterali, ma in questo caso reporter, operatori e media palestinesi sono diventati obiettivi di guerra e tutto ciò è inaccettabile».
Costante ribadisce quindi l'appello promosso dalla Ifj a far cessare gli attacchi nei confronti degli operatori dei media e ricorda le iniziative di Reporter senza frontiere e la «forte preoccupazione» espressa dall'Alto Commissario Onu per i diritti umani per il «numero elevato» di giornalisti palestinesi uccisi a Gaza.
«Dal dopoguerra – prosegue la segretaria generale Fnsi – l'Italia ha pianto giornalisti caduti per mano della mafia, uccisi negli scenari bellici, colpiti da chi si arricchisce con la guerra e i suoi traffici illegali. Ci auguriamo che le famiglie dei colleghi uccisi in Palestina possano avere giustizia».
La lettera si chiude con la richiesta all'ambasciatore di «farsi portatore nei confronti del Suo Paese, dell'appello dei giornalisti italiani, che chiedono tutela, sicurezza e rispetto per chi fa informazione. Dal nostro punto di vista reporter e operatori dei media dovrebbero avere le stesse tutele degli operatori umanitari, perché informazione e democrazia sono indissolubilmente legate nelle nostre civiltà. Anche a Gaza – scrive Costante – la pettorina "press" deve tornare ad essere uno scudo, non un bersaglio».
Per la segretaria del sindacato dei giornalisti italiani, infine, «dispiace che la Corte suprema di Israele abbia rigettato la petizione della Stampa estera per poter entrare nella Striscia di Gaza senza essere "embedded" dell'esercito israeliano. Un'informazione autonoma, verificata ed autorevole – conclude – resta, ovunque nel mondo, un bene indispensabile per democrazia e civiltà».