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Internazionale 10 Giu 2007

Iraq, giornalista assassinata. Un gruppo armato rivendica l'uccisione: "Infangava la reputazione dei mujahiddin"

Un gruppo armato iracheno ha rivendicato l'uccisione della giornalista irachena assassinata tre giorni fa a Mossul, nord del paese, perche' ''infangava la reputazione dei mujahiddin''. Sahar al Haydari, madre di tre figli, lavorava per l'agenzia indipendente Aswat al-Iraq nella citta' di Mossul

Un gruppo armato iracheno ha rivendicato l'uccisione della giornalista irachena assassinata tre giorni fa a Mossul, nord del paese, perche' ''infangava la reputazione dei mujahiddin''. Sahar al Haydari, madre di tre figli, lavorava per l'agenzia indipendente Aswat al-Iraq nella citta' di Mossul

''Quando e' arrivata nell'area dell'agguato, i nostri fratelli l'hanno coperta da pallottole con le loro mitragliatrici uccidendola all'istante'', fa sapere il gruppo Ansar al-Sunna in un comunicato comparso su Internet. L'agenzia per la quale lavorava la giornalista aveva detto che il nome di Sahar figurava in una lista di giornalisti da eliminare stilata dal leader locale di al Qaida, il cosidetto Stato Islamico in Iraq. Ansar al-Sunna non e' direttamente legato ad al Qaida ma entrambi i gruppi islamici hanno intrapreso una violenta campagna contro le forze americane e governative. ''I nostri fratelli hanno preso il suo telefono cellulare (della giornalista, ndr), che aveva i numeri della polizia e foto di agenti, il che ci confermava che lei era una agente della apostata polizia e del governo dell'apostata (primo ministro Nouri) al Maliki'', aggiunge il comunicato di al-Sunna. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), organizzazione che ha sede a New York, gli uomini armati che uccisero Sahar hanno risposto a una chiamata fatta al cellulare della giornalista dicendo al loro interlocutore che lei ''se n'era andata all'inferno''. Almeno 106 giornalisti, inclusa Sahar, sono stati uccisi in Iraq dall'inizio dell'intervento americano a marzo 2003, ha segnalato lo stesso gruppo. (ANSA-REUTERS)

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