«Melika Hashemi, dell'agenzia Shahr, e Saideh Shafiei portate nel carcere Evin, la prigione dove i dissidenti politici sono sottoposti a torture disumane. Mehrnoush Zarei Hanzaki prelevata direttamente da casa senza spiegazioni e incarcerata. Le tre giornaliste sono state arrestate in poche ore in Iran per aver raccontato le manifestazioni delle donne che guidano la rivolta contro la Repubblica islamica per rivendicare libertà, democrazia e vita». È quanto denunciano, in una nota congiunta, le Commissioni pari opportunità di Fnsi, Usigrai e Cnog e l'associazione Giulia Giornaliste.
«Nazila Maroubian – proseguono –, anche lei cronista, è stata condannata a due anni di carcere, a una multa di 15 milioni di toman e al divieto di lasciare il Paese per cinque anni: aveva intervistato il padre di Mahsa Amini, la giovane arrestata per aver portato l'hijab in modo ritenuto sbagliato dal regime, picchiata e morta per le percosse subite».
Le Commissioni pari opportunità della Fnsi, dell'Usigrai, del Consiglio nazionale dell'Ordine e l'associazione Giulia Giornaliste «condannano le barbarie di un regime che nega con la repressione violenta ogni più elementare diritto, anche quello all'informazione, che decine di colleghe e colleghi ogni giorno esercitano con coraggio e dignità a rischio della loro incolumità, per far arrivare al mondo gli orrori di un governo che spegne, con il carcere e le condanne a morte, le voci libere».
Le Cpo Fnsi, Usigrai Cnog e Giulia «sollecitano una mobilitazione sempre più forte di tutte le istituzioni e sono pronte a scendere in piazza, come hanno già fatto nei mesi scorsi, al fianco delle giornaliste e dei giornalisti e di un popolo, quello iraniano, che lotta per il suo futuro».