CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 19 Mag 2004

Iran: Il sistema giudiziario continua a mettere in carcere i giornalisti e a reprimere la libertà di stampa

Iran: Il sistema giudiziario continua a mettere in carcere i giornalisti e a reprimere la libertà di stampa

Iran: Il sistema giudiziario continua a mettere in carcere i giornalisti e a reprimere la libertà di stampa

Due nuovi giornalisti arrestati, il direttore di una pubblicazione condannato all’interdizione di esercitare il suo mestiere e due giornalisti sospesi dall’attività professionale: la giustizia iraniana continua a essere responsabile di gravi violazioni della libertà di stampa Il 13 maggio 2004, Massiolah Soltani, direttore del settimanale Sedai é Zanjan, è stato convocato dalla terza sezione del tribunale di Zanjan (nord-ovest del paese) e immediatamente arrestato dopo l’interrogatorio in cui gli sono stati contestati i reati di “pubblicazione di informazioni false” e di “turbativa dell’opinione pubblica e dell’ordine pubblico”. Il 15 maggio, Massoud Almassi, un suo collega, è stato arrestato per gli stessi motivi. La redazione ha deciso di sospendere la pubblicazione del giornale in segno di protesta contro questi arresti definiti “illegali e arbitrari”. I capi d’accusa contestati sembrerebbero legati alla pubblicazione di informazioni relative allo stupro di una bambina di quattro anni. Il 16 maggio, Issa Saharkhiz, direttore del mensile Aftab (Il Sole), è stato condannato a sei mesi di interdizione dalla sua attività giornalistica e a versare un’ammenda di due milioni di rial (circa 2 000 euro). Il tribunale di Teheran ha reso il suo verdetto a circa tre mesi dal processo che si è svolto il 25 febbraio scorso. Un anno prima, Aftab, giunta al suo 28mo numero, aveva pubblicato la traduzione di un articolo intitolato “Le lezioni dell'Iran”, scritto da un Israeliano, Bary Robin, sulla rivoluzione iraniana del 1979. L'autore considerava che “la critica dell'ayatollah Khomeni sulle relazioni dello Scià con l'Occidente era ingiusta”. La giustizia iraniana ha ritenuto che questo articolo si configura come un “insulto alla Guida della rivoluzione”. Inoltre, il 5 maggio, il quotidiano Nedai Azarabadegan (in lingua azeri, l’idioma ufficiale della RSS d'Azerbaïdjan), è stato sospeso per due mesi dal tribunale di Tabriz e condannato a versare un’ammenda di tre milioni di rial (circa 3 000 euro). Abolfazle Vésali, il suo direttore, ha dichiarato che diverse istituzioni avevano sporto denuncia contro il giornale, pur considerando che “ aveva semplicemente fatto il suo lavoro: informare”. L’indomani, il settimanale Gorgan é Emrouz è stato sospeso. Il suo direttore, Mostafa Sabti, è prigioniero dal 19 marzo scorso per ordine della prima sezione del tribunale di Gorgan (nord dell'Iran). Condannato il 1° settembre 2003 a tre mesi di carcere senza condizionale, più altri quattro mesi con i benefici di legge, Mostafa Sabti, che era rimasto fino ad allora in libertà provvisoria, aveva pubblicato una lettera aperta nella quale gli abitanti di un quartiere della città di Gorgan protestavano contro l’espropriazione di un parco da parte dei poteri pubblici. Le autorità giudiziarie coinvolte in questo caso avevano sporto denuncia per diffamazione. Con 14 giornalisti prigionieri, l’Iran è attualmente la più grande prigione del Medio-Oriente per i professionisti dell’informazione.

@fnsisocial

Articoli correlati