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Internazionale 11 Mar 2008

“Io sono il Viagra”, dice il nuovo editore del Los Angeles Times

Tempi duri alla Tribune Co, uno dei più grandi gruppi editoriali Usa. Il miliardario Sam Zell, che ha acquisito la società, sta viaggiando nei principali centri degli Stati Uniti per incontrare i 19.000 dipendenti del gruppo ai quali si rivolge con un linguaggio a dir poco colorito per stimolarli a essere più creativi, pena la perdita del posto di lavoro.

Tempi duri alla Tribune Co, uno dei più grandi gruppi editoriali Usa. Il miliardario Sam Zell, che ha acquisito la società, sta viaggiando nei principali centri degli Stati Uniti per incontrare i 19.000 dipendenti del gruppo ai quali si rivolge con un linguaggio a dir poco colorito per stimolarli a essere più creativi, pena la perdita del posto di lavoro.

Il ricco immobiliarista divenuto presidente dell’azienda di Chicago ha usato quella che gli americani definiscono la “f-word” e ha definito se stesso l’equivalente umano del Viagra durante l’incontro con i dipendenti di una delle maggiori testate del suo impero, il Los Angeles Times, che dopo 126 anni di storia è oggi in crisi. In generale, Zell ha detto allo staff dei nove giornali della Tribune Co. e delle sue 23 emittenti tv locali che taglierà la burocrazia e incoraggerà la collaborazione tra le varie testate, tra la tv e Internet. Vuole che le decisioni siano prese in modo rapido e che i giornalisti siano più creativi. Qualche analista pensa che, linguaggio volgare a parte, le parole di Zell possano davvero servire a innescare un cambiamento positivo, ma i dipendenti non sono dello stesso parere: non è necessario insultarli, dicono, e inoltre non è chiara quale dovrebbe essere la nuova strategia del Tribune. (9Colonne)

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