E’ un vero e proprio atto intimidatorio quello messo in atto dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Pescara, Angelo Cordone, che tramite l’avvocato Stefano Rossi, cerca di chiudere la bocca alla stampa che liberamente esercita il suo diritto di critica nei confronti dell’operato del massimo dirigente della sanità pescarese.
E’ un vero e proprio atto intimidatorio quello messo in atto dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Pescara, Angelo Cordone, che tramite l’avvocato Stefano Rossi, cerca di chiudere la bocca alla stampa che liberamente esercita il suo diritto di critica nei confronti dell’operato del massimo dirigente della sanità pescarese. Con una lettera inviata alla direzione de “Il Messaggero”, alla procura della Repubblica di Pescara e ai tre giornalisti Lilli Mandara, Paolo Mastri e Luciano Troiano della redazione pescarese del quotidiano, Cordone lamenta addirittura una campagna “diffamatoria e persecutoria” nei suoi confronti, nel perseguimento di un vero e proprio “disegno”. E’ veramente inaudito quello che viene adombrato nella lettera e si inserisce in un quadro di forte attacco alla libertà di stampa con l’unico reale obiettivo di far tacere chi non apprezza e non sostiene l’operato del dott. Cordone, che per le sue iniziative e scelte amministrative è stato più volte al centro delle critiche dell’opinione pubblica. Del resto gran parte delle critiche espresse dai giornalisti de “Il Messaggero” sono nate da prese di posizione di organismi istituzionali e sindacali che evidentemente si cerca con toni intimidatori di mettere a tacere. Il Segretario Nicola Di Bonito Pescara, 21 maggio 2005