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Fnsi 24 Mag 2006

Intervista a Cesare Damiano Serventi Longhi: “Importanti novità dalle parole del Ministro” Siddi: “Giuste linee di indirizzo e ora azione concreta”

Commentando l’intervista del Ministro del Lavoro Cesare Damiano apparsa sul sito internet dell’Associazione Articolo 21, il Segretario Generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, l’intervista del Ministro del Lavoro rappresenta una importante novità nella difficile vicenda del rinnovo contrattuale dei giornalisti.

Commentando l’intervista del Ministro del Lavoro Cesare Damiano apparsa sul sito internet dell’Associazione Articolo 21, il Segretario Generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, l’intervista del Ministro del Lavoro rappresenta una importante novità nella difficile vicenda del rinnovo contrattuale dei giornalisti.

Il Ministro avanza delle proposte di riforma della legislazione sul mercato del lavoro che riprendono alcune delle osservazioni che la Fnsi, così come le Confederazioni Sindacali, ha manifestato nei mesi scorsi. Damiano osserva giustamente che la vertenza della nostra categoria è aperta da troppo tempo e ipotizza un ruolo attivo del Governo che va apprezzato. Naturalmente le difficoltà della vertenza restano e non sarà facile trovare la via dell’intesa. Il Sindacato dei Giornalisti è però disponibile ad un confronto aperto, senza alcuna pregiudiziale e che tenga conto della piattaforma della Fnsi così come delle richieste degli editori, da noi non condivise ma legittime”. Il Presidente della Federazione della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Dopo le dichiarazioni di questi giorni di Prodi e Damiano è del tutto logica una stringente iniziativa del Governo per la definizione dei contratti di lavoro aperti e, tra questi quello dei giornalisti scaduto da 452 giorni”. Lo ha detto Franco Siddi, presidente della Fnsi, intervenendo a Roma al Consiglio Nazionale dell’Unione Stampa Sportiva Italiana. Le interessanti e puntuali considerazione del nuovo Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, svolte in un’intervista apparsa sul sito dell’Associazione art. 21, non possono non comportare un’immediata iniziativa per la ripresa del negoziato Fieg- Fnsi. E’ importante che il Ministro abbia sottolineato come una vertenza aperta da troppo tempo, in un settore delicato per la formazione della coscienza democratica, debba essere avviata verso soluzioni decenti “anche per quanto riguarda il tema spinoso del mercato del lavoro”. Le linee d’indirizzo perché le soluzioni siano individuate “ sulla base delle situazioni specifiche della professione”, che portino “ad una stabilizzazione dei rapporti di lavoro senza negare ovviamente una flessibilità transitoria nelle prestazioni”, sono condivisibili e richiedono un’opportuna verifica con le parti. Peraltro un’ulteriore sottrazione, da parte degli editori, alla pratica della concertazione rilanciata oggi dal Capo del Governo Romano Prodi agli industriali, sarebbe incomprensibile e irresponsabile e non potrebbe rimanere priva di conseguenze”. Dal sito di Articolo 21 Le priorità del ministro del lavoro di Paola Zampini Cesare Damiano, cuneese, 57 anni. Lunga militanza nella fiom, nella cgil; responsabile del lavoro della segreteria ds, oggi alla guida del Ministero del Lavoro. Legge 30 sulla riforma del mercato del lavoro, pensioni, taglio del cuneo fiscale sul costo del lavoro, queste alcune delle priorita’ che il neoministro dovra’ affrontare nei prossimi giorni. E anche il contratto dei giornalisti. Quali saranno, dunque, le direzioni di marcia in tema di flessibilita’ e ‘precarieta’? L’unione ha un vantaggio che deriva dal fatto che dispone di un programma. Intendo fare un forte riferimento alle linee che in esso sono indicate, soprattutto per quanto riguarda il tema del lavoro e delle pensioni. Sul lavoro il nostro primo obiettivo e’ quello di incentivare le imprese ad assumere in modo stabile o di trasformare il lavoro flessibile in lavoro a tempo indeterminato. Gia’ nel passato il centrosinistra aveva sperimentato il cosiddetto credito di imposta che potrebbe, per questo fine, essere riproposto. In secondo luogo incentivare la stabilita’ vuol dire disincentivare la precarieta’. Noi vogliamo ridurre l’area della precarieta’ ad esempio eliminando alcune forme di lavoro, del resto non utilizzate dalle imprese: penso al lavoro a chiamata e al cosiddetto staff lising. Vorremmo far costare di piu’ il lavoro flessibile ad esempio il lavoro a progetto. In questo modo, agendo su incentivi/disincentivi, potremmo nuovamente indirizzare il mercato del lavoro: verso un maggior utilizzo del lavoro a tempo indeterminato. Questa situazione riguarda ovviamente tutti i settori produttivi, c’e’ pero’ da segnalare una particolare concentrazione di lavoro instabile in determinati settori: il commercio e i servizi e lo stesso settore radiotelevisivo e giornalistico. Come affronterete il rinnovo del contratto giornalistico? Il rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti si trascina ormai da troppo tempo ed e’ stato oggetto di una forte mobilitazione dei lavoratori. E’ tempo di trovare soluzioni, anche per quanto riguarda il tema spinoso del mercato del lavoro. Anche per questo settore si pone il problema di individuare soluzioni che portino a una stabilizzazione dei rapporti di lavoro senza negare ovviamente una flessibilita’ transitoria nelle prestazioni. Le soluzioni vanno individuate sulla base delle situazioni specifiche della professione, in questo caso quella giornalistica. Quali obiettivi vi prefiggete in tema di pensioni? Come indica il programma esistono alcune correzioni da apportare. Non si tratta di proporre al paese una nuova riforma pensionistica, ne abbiamo fatte abbastanza e dobbiamo tornare al solco tracciato dalle riforme degli anni 90, a partire dalla riforma Dini. Credo che si tratti di eliminare il cosidetto “scalone” che agisce dal primo gennaio del 2008, perche’ questa riforma del governo di centrodestra ha creato una condizione iniqua tra i lavoratori: coloro che a quella data non avessero anche solo per un giorno compiuto l’eta’ di 57 anni e totalizzato 35 anni di contributi si vedrebbero costretti a rimanere obbligatoriamente al lavoro per altri 3 anni. La normativa precedente invece consentiva un’uscita flessibile dal lavoro. Noi dobbiamo reintrodurre la logica della flessibilita’ in uscita, verificando tutte le compatibilita’ dei conti previdenziali. Credo che vada assolutamente affrontato il tema della previdenza complementare che deve essere estesa a tutti coloro che non godono di questa protezione sociale, a partire dai lavoratori pubblici. Naturalmente vanno verificate eventuali correzioni e anticipata il piu’ possibile la sua attuazione fermo restando che diventa fondamentale aprire un confronto per l’attuazione di questo strumento. Insieme all’on. Beppe Giulietti avete lanciato la proposta di realizzare un canale televisivo interamente dedicata al lavoro. Quali sono le ragioni urgenti di questo progetto? Il lavoro, soprattutto quello della manifattura, il lavoro operaio, e’ passato dalla centralita’ degli anni ’70 alla solitudine del periodo attuale. I mezzi di informazione di massa hanno ormai da lungo tempo a questa parte stentato ad affrontare i temi della societa’e del lavoro. Per questo abbiamo pensato insieme all’onorevole Beppe Giulietti di lanciare una proposta: di chiedere alla Rai di dedicare un canale televisivo alla tematica del lavoro. Insomma, far tornare in campo le inchieste sui temi del lavoro, dell’impresa e dello stato sociale.

@fnsisocial

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