Posizioni invariate, e differenziate, tra Unione, Alleanza nazionale e Forza italia, su alcune delle sanzioni da applicare ai giornalisti in caso di pubblicazione di stralci di intercettazioni. La questione è al vaglio della commissione Giustizia di Montecitorio, che sta completando l'esame del Ddl Mastella, anche se difficilmente il provvedimento potrà approdare in aula prima della sosta pasquale.
Il punto di attrito, sul quale non si è ancora trovata una mediazione, è quello relativo alla pubblicazione di atti che non sono coperti dal segreto istruttorio, ma che possono anche essere rappresentati da stralci di intercettazioni o documenti utili al processo. Per questo tipo di violazione il centrosinistra chiede di applicare la sanzione prevista nel testo unificato: arresto fino ad un mese o multa di 258 euro. Alleanza nazionale e Forza italia, invece, chiedono un ulteriore giro di vite. E, più in particolare, An chiede una pena detentiva fino ad un anno, mentre Forza Italia, con un emendamento presentato da Gaetano Pecorella, vuole introdurre nel testo un'ammenda ben più salata: da 250mila fino a 500mila euro. Sulle altre sanzioni, invece, dovrebbe essere mantenuto l'accordo fin qui registrato in modo bipartisan dalle forze politiche. Sia per quel che riguarda le intercettazioni illecite, sia per quelle lecite. Nel primo caso, per i giornalisti le nuove norme prevedono da 1 a 3 anni di carcere per la 'visione abusiva' di atti coperti da segreto istruttorio e da 6 mesi a 4 anni per attività di dossieraggio o pubblicazione. Se a commettere questo reato è, invece, un magistrato, la pena si fa più pesante: da 1 a 5 anni di carcere. Per quel che riguarda invece le intercettazioni lecite, il testo parla di una pena detentiva da 6 mesi a 3 anni se il reato è di violazione del segreto del procedimento penale. Carcere fino a un anno, invece, se il reato è quello di pubblicazione colposa. (ADNKRONOS)