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Appuntamenti 26 Gen 2012

"Insieme per dire No allo sfruttamento, No alle mafie" Tizian: una delle tante, importanti tappe dell'iniziativa

All'appuntamento erano in molti, provenienti anche da fuori Roma. L'iniziativa di svolgere un sit-in davanti al Parlamento dalle 14 alle 19 ha raccolto tanti colleghi per dire no allo sfruttamento ed alla crisi che sta investendo drammaticamente il settore editoriale. La giornata è stata promossa dal Comitato 'Giornalisti senza tutele: altro che casta' costituita dall'Associazione Stampa Romana, dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi, dal Coordinamento precari 'Errori di stampa' , alla quale hanno aderito tante altre sigle, singoli cittadini e colleghi. L'iniziativa è stata una delle tappe della campagna 'Io mi chiamo Giovanni Tizian' il collega che ha scritto sulla infiltrazione mafiosa nel nord e che sta pagando per questa sua forte, argomentata e precisa denuncia una dura vita di privazione della libertà personale a causa delle pericolose minacce che gli sono state rivolte e all'inevitabile, e successivo, programma di protezione da parte delle forze dell'ordine.

All'appuntamento erano in molti, provenienti anche da fuori Roma. L'iniziativa di svolgere un sit-in davanti al Parlamento dalle 14 alle 19 ha raccolto tanti colleghi per dire no allo sfruttamento ed alla crisi che sta investendo drammaticamente il settore editoriale. La giornata è stata promossa dal Comitato 'Giornalisti senza tutele: altro che casta' costituita dall'Associazione Stampa Romana, dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi, dal Coordinamento precari 'Errori di stampa' , alla quale hanno aderito tante altre sigle, singoli cittadini e colleghi. L'iniziativa è stata una delle tappe della campagna 'Io mi chiamo Giovanni Tizian' il collega che ha scritto sulla infiltrazione mafiosa nel nord e che sta pagando per questa sua forte, argomentata e precisa denuncia una dura vita di privazione della libertà personale a causa delle pericolose minacce che gli sono state rivolte e all'inevitabile, e successivo, programma di protezione da parte delle forze dell'ordine.

All'iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Fnsi, Roberto Natale, il segretario dell'Asr, Paolo Butturini, Paola Vescovi componente della Giunta Fnsi, Maurizio Bekar coordinatore della Commissione lavoro autonomo Fnsi, il segretario di Articolo21, Tommaso Fulfaro, il segretario ed il presidente dell'Ordine nazionale Giancarlo Ghirra e Enzo Iacopino, colleghi rappresentanti dei Cdr dei giornali colpiti dai tagli all'editoria e decine di colleghe dell'Associazione GIULIA. Sono intervenuti in piazza anche alcuni rappresentanti politici tra cui Giuseppe Giulietti, Nichi Vendola, Antonio Di Pietro e Enzo Carra.

GIOVANNI TIZIAN, ORGANIZZAZIONI CRIMINALI SONO PARTE DELLA NOSTRA SOCIETA'
GIORNALISTA CALABRESE CHE VIVE SOTTO SCORTA PRESENTA STASERA A ROMA "GOTICA"
"Le mafie stanno sopra e sotto la 'linea Gotica': a Sud come a Nord. Roma poi è diventata una capitale anche per loro". A dirlo è Giovanni Tizian, 29 anni, calabrese d'origine, giornalista freelance, militante dell'associazione daSud e collaboratore dell'archivio multimediale Stop 'ndrangheta. "Fanno affari -spiega- nel cuore vivo delle città, parlano con la politica, infiltrano le professioni, immettono soldi 'freschi' nel mercato in crisi. Sono parte della nostra società. Hanno e gestiscono consenso, trovano sempre maggiori complicità". Per le sue denunce, da oltre un mese, il giovane cronista è costretto a vivere sotto scorta.
Stasera Tizian sarà proprio a Roma per presentare il suo libro-inchiesta ''Gotica. 'Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea'' (Round Robin Editrice), cui seguirà un dibattito con il magistrato Giuseppe Cascini, segretario nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati. L'incontro è previsto a partire dalle 20,30 al Teatro Centrale Preneste (zona Pigneto), in via Alberto da Giussano, 58. È organizzato insieme alla Mediateca Giuseppe Valarioti, partner dell'evento la Federazione Nazionale della Stampa, la Fondazione Libera informazione e Ossigeno per l'informazione. La manifestazione ha il patrocinio del Municipio VI.
Con questo appuntamento si avvia anche la seconda fase della campagna "Io mi chiamo Giovanni Tizian. Buone pratiche antimafie per cambiare l'Italia", promossa dall'associazione daSud per tenere alta l'attenzione sul giornalista e ribadire che "la lotta alle mafie, da Sud a Nord, deve essere una priorità del Paese". L'iniziativa, che ha avuto finora tappe a Bologna, Modena, Napoli, Palermo, Torino e molte altre città d'Italia, vive grazie alle migliaia di adesioni sul web.
Firma di punta di "Narcomafie", Tizian si occupa delle infiltrazioni della criminalità organizzata al nord Italia già nel 2006, quando inizia a collaborare con la "Gazzetta di Modena" e a seguire le operazioni che portavano alla scoperta di interessi della 'ndrangheta, della camorra e di Cosa Nostra nel territorio.
Un interesse dovuto anche a una tragica vicenda personale: quando aveva sette anni la 'ndrangheta uccise a Locri suo padre Giuseppe, ''funzionario integerrimo'' di banca, secondo gli inquirenti che hanno investigato sull'assassinio. Tizian, trentaseienne, venne finito a colpi di lupara la sera del 23 ottobre del 1989, mentre stava tornando a casa. Le indagini non hanno avuto un verdetto conclusivo, ma l'ipotesi è che si fosse opposto a manovre bancarie non ortodosse, che un clan criminale pretendeva.
Il 22 dicembre scorso, Giovanni riceva una telefonata: gli viene comunicato che per la sua sicurezza verrà messo sotto scorta perché, in base a informazioni investigative, il suo lavoro ha dato fastidio alle organizzazioni mafiose che operano in Emilia Romagna. "Un fulmine a ciel sereno", ha commentato Tizian. (ROMA, 26 GENNAIO - ADNKRONOS)

SIT-IN A PIAZZA MONTECITORIO DALLE 14 ALLE 19
INSIEME PER DIRE NO ALLO SFRUTTAMENTO, NO ALLE MAFIE

Piazza Montecitorio, giovedì 26 gennaio, ore 14 - 19: sit-in di solidarietà per il collega Giovanni Tizian, giornalista precario sotto scorta per le inchieste sulle mafie al Nord, ma anche per “rompere” la solitudine di lavoratori “invisibili” e senza tutele, per chiedere l'immediata approvazione della proposta di legge sull'equo compenso per il lavoro giornalistico autonomo e per sostenere una trattativa sul mercato del lavoro che cancelli il “precariato a vita” e la deregulation selvaggia di questi anni. L'iniziativa è promossa dal Comitato “Giornalisti senza tutele: altro che casta”, costituito per l’occasione dai giornalisti freelance, autonomi e parasubordinati di Stampa Romana , dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi e dal coordinamento precari “Errori di stampa” di Roma, ma è aperta all’adesione e partecipazione di tutti quanti, singoli ed organizzazioni, la condividano.
É una tappa della campagna “Io mio chiamo Giovanni Tizian” - promossa dall’associazione daSud – ed è in sintonia con la maratona “Altrochecasta”, organizzata il 22 gennaio a Occupy-Liberazione.
Noi giornalisti senza contratto e “invisibili” non siamo una “casta”, come molti credono, né dei “privilegiati”, come ci ha definito un mese fa anche il Ministro del Lavoro Elsa Fornero.

I “paria” dell’informazione

Da sud a nord il mercato dell’editoria si regge sullo sfruttamento: lo dimostrano le cifre. Il giornalismo italiano ha cambiato faccia: gli autonomi e i precari sono ormai più numerosi degli assunti, oltre 24 mila rispetto a 19 mila. Le nostre firme sono sulle principali testate italiane, contribuiamo per oltre il 50% alla realizzazione di quotidiani, periodici, radio, tv, online: eppure siamo quasi tutti sottopagati, senza tutele e sotto il ricatto di perdere il lavoro. Realizziamo inchieste sulla mafia e le sue infiltrazioni al nord, corrispondenze di guerra, reportage da Gaza e dalle rivolte in Iran o Maghreb. Lavoriamo in trincea, fuori dalle redazioni, senza contratto, pagati a pezzo con compensi quasi sempre irrisori, a volte di pochi euro e liquidati a distanza di mesi o con Cococo spesso “capestro”, senza percepire nemmeno un fisso al mese.

Retribuiti con pochi euro

Il 26 gennaio ci ritroviamo in piazza accanto a Giovanni Tizian perché non si può essere pagati 4 euro ad articolo e, come sovrapprezzo, finire sotto scorta. Né si può vivere sotto minaccia, com’è capitato a Rosaria Malcangi, vittima di un’intimidazione dinamitarda in Puglia, o come capita in vari modi ad altri colleghi. Né si può farla finita come Pierpaolo Faggiano, suicida lo scorso giugno: a 41 anni veniva ancora pagato soltanto 6 euro a pezzo.

Il precariato sottopagato non è più limitato al “periodo di prova”, cui segue un’assunzione: può invece durare una vita intera, privandoci di un presente dignitoso, rubandoci i sogni, le prospettive di un futuro e a volte anche la dignità personale, prima che professionale. A 30 anni, ma anche a 40 e più anni, si corre tutto il giorno a caccia di notizie, pagati pochi spiccioli, per garantire ai cittadini un bene primario come l’informazione. E poi gli articoli commissionati, ma mai pubblicati, e quindi non pagati: lavoro buttato. Di rimborsi spese nemmeno a parlarne. La pensione? Un miraggio. Lavorare come matti, anche 12-13 ore al giorno senza tutele contrattuali, previdenziali, assicurative, con la paura di essere “scaricati” da un giorno all’altro per far posto a chi accetta di essere pagato ancora meno. Se chiediamo di essere pagati in tempi certi e decorosi o se protestiamo perché ci riducono un compenso già irrisorio, rischiamo di non lavorare più. Se la testata chiude o decide di non aver più bisogno della nostra collaborazione, siamo senza ammortizzatori sociali.

Subito la legge sull’equo compenso: no contributi a chi sfrutta

Un lavoro sempre precario, oltre a ledere la dignità personale, rende il giornalista più vulnerabile, in quanto più facilmente oggetto delle pressioni degli editori. E un’informazione sotto ricatto è un gravissimo danno anche per i cittadini e la democrazia. Chiediamo quindi al Parlamento una rapida approvazione della proposta di legge sull’equo compenso per il lavoro giornalistico “non dipendente” in discussione alla Camera: prevede, tra l’altro, che il rispetto dei compensi minimi debba essere requisito necessario per l’accesso a qualsiasi contributo pubblico da parte delle aziende editoriali.

Chiediamo che si aprano tavoli di trattativa, a livello nazionale e regionale (con i Ministeri e gli assessorati competenti), per stabilire regole certe in un mercato del lavoro sempre più selvaggio e adeguate misure di welfare.

Adesioni

Invitiamo tutti i colleghi freelance e precari, ma anche contrattualizzati, a partecipare al presidio coi loro cartelli, volantini o ad inviare degli slogan (non più di 2-3 righe) che riassumano le condizioni di lavoro nelle loro rispettive testate, entro le ore 13 di martedì 24 gennaio ai seguenti indirizzi: freelance@stamparomana.it oppure 26gennaio@gmail.com .

Vogliamo creare un “mosaico” di storie per fotografare le condizioni di sfruttamento in cui spesso si lavora. È arrivato il momento di dire basta. TUTTI INSIEME!

E lanciamo un appello a tutti quelli che condividono quest'impegno di solidarietà al collega Giovanni Tizian, ma anche di lotta per migliori condizioni di lavoro e poter garantire un’informazione di qualità ai cittadini: unitevi a noi!

Comitato promotore “GIORNALISTI SENZA TUTELE: ALTRO CHE CASTA”

(Freelance, autonomi e parasubordinati di Stampa Romana ed Errori di stampa)

Per adesioni e informazioni:

26gennaio@gmail.com

freelance@stamparomana.it

http://www.facebook.com/groups/freelance.collaboratori/

http://erroridistamparm.blogspot.com/

http://www.facebook.com/groups/111399755597984/

L'Assostampa Fvg aderisce al sit-in di solidarietà per il collega Giovanni Tizian, che si terrà oggi dalle 14 alle 19 a Roma, in piazza Montecitorio. Tizian è il giornalista precario sotto scorta per le inchieste sulle mafie al Nord, la protesta di oggi vuole anche “rompere” la solitudine di lavoratori “invisibili” e senza tutele, per chiedere l'immediata approvazione della proposta di legge sull'equo compenso per il lavoro giornalistico autonomo e per sostenere una trattativa sul mercato del lavoro che cancelli il “precariato a vita” e la deregulation selvaggia di questi anni. L'iniziativa è promossa dal Comitato “Giornalisti senza tutele: altro che casta”, costituito per l’occasione dai giornalisti freelance, autonomi e parasubordinati di Stampa Romana , dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi e dal coordinamento precari “Errori di stampa” di Roma, con l'adesione anche del Coordinamento Precari dell'Assostampa Fvg. É una tappa della campagna “Io mio chiamo Giovanni Tizian”, i cui promotori dicono: "Noi giornalisti senza contratto e invisibili non siamo una casta, come molti credono, né dei privilegiati, come ci ha definito un mese fa anche il Ministro del Lavoro Elsa Fornero".

 

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