È illegittimo discriminare una lavoratrice al suo rientro dalla maternità affidandole mansioni non corrispondenti e deteriori rispetto a quelle in precedenza svolte. È quanto ha stabilito, in sintesi, il Tribunale di Milano respingendo il ricorso del datore di lavoro e confermando il decreto del 24 luglio scorso che dava ragione alla dipendente.
Il caso riguarda la giornalista Lara Ricci, vice caposervizio al quotidiano economico Il Sole 24 Ore. Il magistrato, Maria Beatrice Gigli, ha confermato il decreto del giudice del lavoro, Riccardo Atanasio. La giornalista, dopo avere più volte attivato il Comitato di redazione ed avere avuto incontri sulla questione con il caporedattore e il direttore, ha fatto causa.
Lara Ricci lamentava che dal maggio 2021, al rientro dalla maternità obbligatoria, e per oltre 26 mesi, cioè fino all'udienza, era stata «demansionata dal ruolo di sostanziale responsabile delle pagine di Letteratura del supplemento 'Domenica'; il tutto a causa di una asserita riorganizzazione che la ha riportata a un ruolo poco più di 'correttrice di bozze' e di mera 'cucina giornalistica'».
«La sentenza conferma che demansionare al rientro della maternità significa discriminare - sottolinea l'avvocata Margherita Covi, legale della giornalista -. La strada per la parità uomo-donna è ancora lunga». (Ansa – Milano, 18 gennaio 2024)