“La Sardegna si ribella all'abbandono che le riserva lo Stato e all'incuria e insufficienza di classi dirigenti omologate e racchiuse attorno a interessi ristretti. Da Norbello, piccolo comune del centro Sardegna, il mondo del lavoro tutto, dalla Cgil alla Cisl alla Uil alle Acli alla Confederazione sindacale sarda, alla Pastorale del lavoro della Chiesa sarda, al volontariato diffuso lancia un messaggio di lotta alla povertà e per l'integrazione dei popoli, per la tolleranza in nome dei diritti essenziali dei cittadini e del lavoro che manca e da riconquistare.
Un lavoro che non può essere privo di diritti e perciò non piegato agli interessi dei poteri forti della finanza, anche perché – come ha osservato ieri il cardinale Bertone - non sono i mercati o le Borse a definire i diritti sociali.
Dal raduno unitario di Norbello, - una perla e un esempio di coesione per il Paese - nato per sviluppare la ''Carta di Zuri”, documento che nel settembre 2008 lanciò i G8 dei poveri che vede insieme le forze sociali sindacali del lavoro e del volontariato e quelle religiose, dalla chiesa cattolica agli imam degli immigrati, prende corpo per un progetto che provoca una “rivoluzione dal basso”, che interpella in primo luogo le istituzioni, invocando cambiamenti radicali delle politiche sociali: non mera assistenza ma azioni, anche invisibili, quotidiane capaci di produrre lavoro e sviluppo nell'uguaglianza dei diritti sociali. Una testimonianza civile e una protesta composta che avanza senza subire il peso delle divisioni che altrove lacerano organizzazioni e società.
In questo senso lavoratori sardi e lavoratori immigrati che si sono incontrati proprio oggi nella giornata di lotta alla povertà di Norbello offrono un messaggio di grande significato , oltre ogni confine, di valore nazionale. E la consegna della ''bertula'' (antica bisaccia sarda) fatta dal responsabile sociale della Pastorale del lavoro della Sardegna, don Piero Borrotzu, all'imam degli immigrati senegalesi residenti nell'isola è molto più di un gesto simbolico di solidarietà: è un atto di reciproca fiducia nella lotta per i diritti essenziali dei popoli, a prescindere da colore delle pelle e da credo religioso, nel rispetto e nella ricchezza delle diversità. Una testimonianza in campo aperto, anche nel senso letterale del termine, davanti al santuario di Sant'Ignazio di Norbello, nella convinzione che le povertà che si incontrano si uniscono e intendono trovare il coraggio necessario per imporre soluzioni di cambiamento radicale e ineludibile.
Una piccola ricetta, esemplare, di valore nazionale su cui anche i media di interesse generale farebbero bene ad accendere i riflettori per cogliere in anticipo i segni di una nuova sfida che è già partita”