A partire dal 2009, lo Stato si accollera' i 10 milioni di euro che l'Inpgi destina ai prepensionamenti. La Fnsi: Una prima risposta, un atto di equità sociale. Andrea Camporese (Inpgi): un passaggio storico per l'Istituto di previdenza.
(AGI) - Roma, 10 gen. - Il testo stabilice che "l'onere sostenuto dall'Inpgi per i trattamenti di pensione anticipata, pari a 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2009" sia "posto a carico del bilancio dello Stato". L'Inpgi otterra' il rimborso degli oneri fiscalizzati dietro presentazione dei documenti al ministero del Lavoro. Una volta scattata l'eta' per la pensione di vecchiaia, l'onere tornera' a carico dell'Inpgi "fatta eccezione per la quota di pensione connessa agli scivoli contributivi, riconosciuti fino a un massimo di cinque annualita', che continua a gravare sul bilancio dello Stato". (AGI) Per la Commissione Bilancio via libera all’emendamento alla legge 416 “La notizia del via libera della Commissione Bilancio e Finanza all’emendamento alla legge 416, che pone in capo allo Stato il costo dei prepensionamenti nel comparto giornalistico, è di grande rilievo e segna un passaggio storico per l’Istituto di previdenza” afferma Andrea Camporese, Presidente Inpgi. Se l’emendamento, posto all’interno del Decreto anticrisi, troverà conferma in aula sarà creato un fondo presso l’Inpgi alimentato ogni anno da dieci milioni di euro. “L’Istituto ha sostenuto l’incostituzionalità della norma che prevede, a differenza delle altre categorie di lavoratori, che gli ingenti costi dei prepensionamenti derivanti da crisi aziendali siano sostenuti dalla gestione previdenziale e non dalla collettività – continua Camporese - la norma, così come licenziata dalla Commissione competente, non modifica lo spettro originario delle aziende editoriali beneficiarie limitandosi ai quotidiani. E’ evidente, anche se non può essere l’Inpgi ad indicare il campo di applicazione, che esiste una criticità anche nel settore periodici che le Parti sociali hanno segnalato. E’ auspicabile che in questo senso il confronto prosegua nelle sedi opportune.” (ANSA)