Il presidente della Fnsi sulle buste esplosive all'Unione Sarda: "I giornali non sono strumenti obliqui"
“I giornali e i giornalisti hanno l’obbligo di riferire lealmente la verità sostanziale dei fatti ma non sono veicoli di attività oscure né strumenti di operazioni oblique. Le buste esplosive scoperte a Milano, confezionate da mani oscure e destinate al quotidiano L’Unione Sarda suscitano inquietudine e preoccupazione, fra i giornalisti come fra tutti i cittadini liberi, ma non debbono inquinare il circuito dell’informazione. Rappresentano un fatto grave su cui è doveroso attendersi una severa ricerca dei responsabili da parte degli organi inquirenti, ma debbono suscitare l’indignazione e la risposta civile, con un lavoro professionale sempre più rigoroso, di tutti i giornalisti”. Lo afferma il presidente della Fnsi, Franco Siddi, secondo il quale “chi vuole intimidire o piegare ai propri fini l’informazione, dai potenti agli uomini che tramano nell’oscurità, deve sapere che ogni azione di questo tipo rivolta verso un giornale o singoli o gruppi di giornalisti non ha, alla fine, possibilità di successo. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana è vicina ai colleghi dell’Unione Sarda, solidale con il loro lavoro che deve potersi svolgere in condizioni di sicurezza e di libertà. Essa è e resta impegnata in un’opera di sostegno collettivo a tutti i giornalisti dediti ad affermare i valori autentici della libera stampa, che non può essere né messaggera del terrore, né fiancheggiatrice. La vicenda delle lettere esplosive (e il loro contenuto sin qui noto) fanno pensare ad un fenomeno emulativo negativo già verificatosi altrove, in cui si cerca di utilizzare i media per creare situazioni di insicurezza sociale. Il circuito delle idee, nonostante tutto, è aperto. Quello delle bombe – conclude Franco Siddi - va chiuso, facendo ben presente a tutti che ogni spinta a mettere comunque i giornalisti sotto ricatto troverà una risposta civile, non solo di categoria, alta e forte.”