Al presidente dell'Autorità per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, ''non piace'' l'applicazione di sanzioni penali accompagnata a provvedimenti di blocco o divieto in materia di libertà di stampa.
Ascoltato in commissione Affari costituzionali al Senato, Pizzetti ha ribadito in questi termini la sua posizione suggerendo piuttosto, per il Garante, la possibilità di definire un ''equo risarcimento del danno'', fatta salva la possibilità delle parti di rivolgersi al giudice ordinario. ''Penso che la norma che prevede la possibilità di applicare sanzioni penali in materia di libertà di stampa andrebbe modificata'', ha detto Pizzetti. ''Sarebbe utile, piuttosto, prevedere che l'Autorità possa definire una sorta di equo risarcimento del danno o una misura di equità pecuniaria, nei confronti del danneggiato, rimettendo sempre alle parti la possibilità di accettare la quantificazione fissata dall'Autorità o di ricorrere al giudice ordinario''. Ipotesi, questa, che potrebbe essere inserita nel ddl Mastella sulle intercettazioni, ''anche se il Parlamento è sovrano: quello che ci interessa - ha detto poi Pizzetti a margine dell'audizione - è sollevare il dibattito nel Paese su questi temi''. Nel campo della libertà di stampa, ha ricordato Pizzetti, tra il 1997 e il 2007 il Garante per la Privacy ha adottato ''150 provvedimenti, dei quali soltanto 14 d'ufficio, 50 su segnalazione o reclamo, 86 su ricorso. L'Autorità, in sostanza - ha detto - si muove essenzialmente quando i cittadini lo chiedono''. Tra quelli adottati d'ufficio, in due casi si è trattato di provvedimenti di blocco (entrambi nel 2000), in nove casi di divieto (sei dei quali nel solo 2006). (ANSA)