Il dibattito
alla settima assemblea
degli Stati Generali
riuniti a Roma
8 ottobre 2002. ANSA - Uno sciopero per Santoro? Una strumentalizzazione. Questo, da più voci, a partire da quella del segretario della Fnsi ad arrivare ai delegati regionali degli Enti dei giornalisti, è emerso oggi agli Stati generali dove la notizia apparsa su qualche giornale è stata definita una distorsione delle ragioni reali dell' assemblea. Una due giorni che ha impegnato vertice e dirigenti di Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Inpgi, Casagit e Fondo sulla difesa e la tutela dei diritti, primo fra tutti l' autonomia, ma anche su un esame di coscienza dei doveri dei giornalisti, e sul futuro degli organismi di categoria. Una notizia, quella su Santoro, usata come ''silenziatore per interesse degli editori o per distorcere il senso di questi Stati generali'', ha detto Roberto Natale, segretario Usigrai. Lo sciopero deve essere per tutti, è stato ribadito in molti interventi, e in particolare per difendere i diritti dei meno tutelati nella categoria. ''Anche senza scomodare Biagi e Santoro che voglio paghino i contributi previdenziali e assistenziali - ha detto Natale - ci sono tanti casi nel servizio pubblico per scioperare''. Ed ha sgranato numerosi esempi di censura preventiva di servizi e incidenza dei politici in Rai. Quasi unanimità è emersa sulla proclamazione di una giornata di sciopero della categoria. Contrario, per esempio, Costantino Muscao (Corsera e Casagit) secondo il quale lo sciopero deve essere deciso ''solo dopo la mancata intesa con Fieg e Governo e dopo che Biagi e Santoro abbiamo dato 100 mila euro ai disoccupati''. Qualche attacco è stato rivolto alla riforma dell'Inpgi ''perché non strutturale e non necessaria'' (Molinari, Consiglio nazionale Fnsi). Una riforma che ''non serve a niente se non si risolve il problema degli ammortizzatori sociali'' (Franz, presidente Associazione Stampa Romana). Un attacco al sindacato ''che non ascolta le voci delle minoranze'' è stato rivolto da Silvana Mazzocchi (Cdr Repubblica). Il sindacato è stato richiamato ad una rivendicazione forte dei diritti dei giornalisti e del rispetto delle regole da parte degli editori, a non essere morbido rispetto allo sciopero né a fare distinzioni di trattamento nelli accordi aziendali lasciando i più deboli alla mercè degli editori. Suggerimenti sono arrivati sulla riforma dell' Ordine, sul controllo delle notizie, sul controllo e la credibilità delle notizie, sul rigore e la serietà dei giornalisti (Roidi, segretario dell'Ordine nazionale, Natale Usigrai). Infine, un richiamo al tema del pluralismo è stato rivolto all'assemblea dal presidente della Fnsi, Siddi, secondo il quale sarebbe emerso ''un fastidio rispetto a questo concetto come se non fosse un principio di libertà per la categoria e un diritto per i cittadini''. Siddi ha rivolto un appello a ''mettere a frutto la capacità di essere uniti nel nostro pluralismo per la protezione del lavoro''.