CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 01 Ago 2004

I ministri dell'Economia e del Lavoro bocciano l'accordo Fnsi-Fieg-Inpgi sul cumulo tra pensione e redditi di lavoro, condono e riscatto. Il parere del Presidente dell'Alg, Maurizio Andriolo

I ministri dell'Economia e del Lavoro bocciano l'accordo Fnsi-Fieg-Inpgi sul cumulo tra pensione e redditi di lavoro, condono e riscatto. Il parere del Presidente dell'Alg, Maurizio Andriolo

I ministri dell'Economia e del Lavoro bocciano l'accordo Fnsi-Fieg-Inpgi sul cumulo tra pensione e redditi di lavoro, condono e riscatto. Il parere del Presidente dell'Alg, Maurizio Andriolo

I ministri dell'Economia e del Lavoro hanno bocciato l'accordo (5 maggio 2004) Fnsi-Fieg-Inpgi su condono, sistema sanzionatorio, cumulo pensione-redditi da lavoro e riscatto dei periodi di studi universitari. Ne ha dato notizia il presidente dell'Inpgi, Gabriele Cescutti, con questa lettera: «Cari colleghi, mi spiace dovervi comunicare che i Ministeri del Lavoro e dell'Economia ci hanno notificato la decisione di non dar corso all'approvazione di quattro delibere approvate dal Cda il 19 maggio scorso (condono, sistema sanzionatorio, cumulo pensione-redditi da lavoro e riscatto dei periodi di studi universitari), che facevano parte del gruppo di sei provvedimenti approvati dal Cda lo scorso 19 maggio. Come ben ricorderete, invece, gli stessi Ministeri il 13 luglio avevano espresso parere favorevole in merito alle due delibere relative allo sconto contributivo per il riassorbimento dei giornalisti disoccupati e all'una tantum in favore dei titolari di trattamenti pensionistici anteriori al 1° gennaio 1999. La mancata approvazione per la prima delibera è riferita soprattutto all'esigenza di conoscere i motivi che sorreggono la proposta di applicazione del condono a »rapporti giuridici già definiti«. Per la seconda e terza delibera (sistema sanzionatorio e cumulo) sono richiesti precisi dettagli in merito agli equilibri gestionali nel medio e lungo periodo, mentre per il quarto provvedimento (riscatto di periodi universitari) vengono sollecitati aggiustamenti che potranno esser inseriti senza alcun problema. Abbiamo già preso contatto con la Fnsi e con la Fieg (firmatarie dell'accordo sindacale successivamente fatto proprio dal Cda dell'Inpgi) per valutare assieme le preoccupazioni espresse dai Ministeri vigilanti, al fine di poter individuare, alla ripresa dell'attività in settembre, la miglior soluzione che consenta di rendere operative le quattro delibere». L'accordo sul cumulo in particolare prevede che a decorrere dal 1 gennaio 2001 le pensioni di vecchiaia e le pensioni liquidate con anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni sono interamente cumulabili con i redditi di lavoro autonomo e dipendente, e che in tutti gli altri casi il limite di cumulabilità viene elevato da euro 7.747 (lire 15 milioni) ad euro 13.000 (lire 25.171.510). (AGI) Il Presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti Maurizio Andriolo comunica: CUMULO NON TUMULO A proposito dell’intervento dei Ministeri dell’Economia e del Lavoro “La delibera consigliare che modifica il limite del cumulo a favore dei pensionati era stata approvata il 19 maggio u.s. con il voto unanime dell’intero Cda dell’Inpgi, compresi i rappresentanti degli Editori e del Ministero. In piena calura estiva arriva ora la lettera dal Ministero del Lavoro (di concerto con quello dell’Economia) datata 21 luglio u.s., in cui si chiedono chiarimenti in ordine alla sostenibilità – da parte Inpgi- degli oneri economici derivanti dai provvedimenti sul cumulo. Come se il Ministero ritenesse che un provvedimento siffatto non fosse compatibile con la situazione finanziaria dell’Istituto. E’ da ritenere che l’atto consigliare sia stato opportunamente e responsabilmente vagliato sia sotto l’aspetto politico (del quale si fa carico la rappresentanza giornalistica) sia sotto quello tecnico-economico da parte delle competenti e collaudate strutture tecniche dell’Ente e dei loro Organi di controllo. Il Ministero però ha ritenuto doveroso approfondire ulteriormente se detti oneri siano o meno compatibili con le possibilità presenti e futuri dell’Ente. Lo scrupolo forse eccessivo, benché comprensibile può, a mio avviso, trovare fondamento nella non sufficiente crescita delle basi patrimoniali dell’Ente. La stasi o un eventuale inadeguato sviluppo sono sempre deprecabili in qualsiasi istituzione economica. Nel caso in essere risulterebbe anche un danno per i colleghi cui viene negata una possibilità invece concessa dal sistema previdenziale generale”.

@fnsisocial

Articoli correlati