Gruppo Riffeser, Carlino e Nazione confermano lo stato di agitazionee affidano 5 giorni di sciopero ai Cdr
L'assemblea dei giornalisti de "il Resto del Carlino" ha espresso ancora una volta grande preoccupazione per la situazione che sta vivendo la Poligrafici Editoriale e per i continui attacchi alla professionalità della redazione, per l'incertezza dei progetti editoriali, per le continue violazioni contrattuali e le decurtazioni della busta paga. A fronte di un piano di ristrutturazione, presentato dalla Poligrafici, in discussione al ministero del Lavoro, che prevede 60 esuberi, l'azienda ha comunicato nei giorni scorsi che a partire dalla seconda decade di ottobre aumenterà la foliazione del Giorno di 4/5 pagine, affidandone la realizzazione ad un service esterno. Oltre ad essere una palese violazione contrattuale è particolarmente grave che, mentre si tagliano posti di lavoro, adducendo come motivo una presunta crisi tutta da dimostrare, si decida un'espansione produttiva affidandola però a soggetti esterni all'azienda. La richiesta di stato di crisi si dimostra ancor più infondata di fronte ai dati diffusi dalla stessa Poligrafici Editoriale relativi al bilancio semestrale 2002, dati che evidenziano un utile netto di 4,5 milioni di euro. Nonostante gli ottimi conti economici la Poligrafici prosegue nella sua politica di tagli alle buste paga dei giornalisti. Si rifiuta addirittura di pagare straordinari e collaborazioni nonostante le autorizzazioni del direttore e preannuncia di volere eliminare indennità consolidate da decenni, di togliere indennità di cronaca e benefici economici dell'integrativo aziendale ai nuovi assunti e di congelare lo stesso ai vecchi assunti. L'assemblea dei giornalisti del Resto del Carlino ha pertanto confermato lo stato di agitazione ed ha affidato al Cdr un pacchetto di 5 giorni di sciopero ed ogni ulteriore azione, anche legale, a salvaguardia della tutela professionale e contrattuale della redazione. Anche i giornalisti della Nazione hanno proclamato lo stato di agitazione.In un documento affermano che "i continui attacchi alla professionalità della redazione, l'approssimazione e l'incertezza dei progetti editoriali, le continue prevaricazioni da parte dell'Azienda che nei fatti disattende ripetutamente il Contratto di Lavoro, hanno finito per creare un clima di tensione non più sopportabile. La Poligrafici Editoriale Spa ha presentato un piano di ristrutturazione attualmente in discussione al ministero del Lavoro, piano che prevede il taglio di 60 posti di lavoro, ma già oggi il giornale esce regolarmente in edicola soltanto grazie alla professionalità, alla passione e al sacrificio di tutti i colleghi. Giornalisti che si trovano sballottati da un momento all'altro nei settori produttivi più disparati, in spregio delle norme contrattuali e degli accordi sindacali interni, per coprire buchi di organico. E tutto questo dopo aver subito pesanti tagli agli stipendi, tagli per i quali i colleghi si stanno tutelando anche in sede giudiziaria. La richiesta di stato di crisi poi si dimostra ancor più infondata di fronte ai dati diffusi dalla stessa Poligrafici Editoriale relativi al bilancio semestrale 2002, dati che evidenziano un utile netto di 4,5 milioni di euro. L'Azienda si era impegnata, in sede di Ministero, ad 'astenersi da atti unilaterali' fino all'incontro previsto a Roma per il 9 ottobre prossimo. Così non è stato e quasi quotidianamente il corpo redazionale è vittima di estemporanee inziative aziendali. Il Cdr ribadisce la possibilità di utilizzare, con le modalità che riterrà più opportune, il pacchetto di 5 giorni di sciopero, già a suo tempo, affidatogli dall'assemblea".