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Internazionale 01 Apr 2008

Gran Bretagna: sul web il dizionario inglese-giornalistese

Che la lingua parlata e quella scritta spesso presentino più di una differenza non è una prerogativa esclusiva dell'italiano. Anzi, stando a quanto dichiara Graeme Whitfield, caporedattore web del Journal di Newcastle, ai sudditi di Elisabetta II va molto peggio.

Che la lingua parlata e quella scritta spesso presentino più di una differenza non è una prerogativa esclusiva dell'italiano. Anzi, stando a quanto dichiara Graeme Whitfield, caporedattore web del Journal di Newcastle, ai sudditi di Elisabetta II va molto peggio.

Whitfield ha dunque deciso di pubblicare un dizionario “inglese-giornalistese”, che comprende la traduzione in lingua “comune” di tutti quei termini abusati dalla stampa. Il suo blog è aperto ai contributi di tutti quegli anglofoni che non sono soddisfatti di come i quotidiani trattano la lingua di Shakespeare: “La mia idea sembra aver preso piede – ha commentato lo stesso Whitfield. - E dopo che qualcuno mi ha segnalato su siti come del.icio.us, dove gli utenti segnalano sul web le loro pagine web preferite, abbiamo avuto un ottimo responso anche dagli Stati Uniti”. La prima parola a essere stata inserita nel dizionario è stata “tot”, che i quotidiani usano spesso per definire un poppante, ma che nessuno si sognerebbe mai di utilizzare in una conversazione. Stesso destino per “to slam” utilizzato nel senso di “criticare”, per “pact” inteso come “intesa politica” o per “snarled” come aggettivo per il traffico quando è particolarmente intenso. “Nonostante tutti i miei tentativi, in molti continuano a usare questi termini. Con il mio sito almeno si aprirà un dibattito”. (9Colonne)

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