CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Associazioni 01 Mar 2010

Gli obiettivi del Sindacato Siciliano in un documento approvato dal XXXI Congresso regionale: “No allo svilimento della professione, ma anche nuove regole di accesso e difesa del contratto giornalistico”

Palermo 26 febbraio 2010 – “Il Congresso dell’Associazione siciliana della Stampa dice un chiaro no allo svilimento della professione, alla figura di un giornalista timoroso e senza tutele, costretto ad accettare anche condizioni umilianti di lavoro da un mercato che offre almeno quattro o cinque volte più di quanto invece possa assorbire in termini di occupazionee da editori che, da questa situazione, traggono ulteriori vantaggi a danno della categoria”.

Palermo 26 febbraio 2010 – “Il Congresso dell’Associazione siciliana della Stampa dice un chiaro no allo svilimento della professione, alla figura di un giornalista timoroso e senza tutele, costretto ad accettare anche condizioni umilianti di lavoro da un mercato che offre almeno quattro o cinque volte più di quanto invece possa assorbire in termini di occupazionee da editori che, da questa situazione, traggono ulteriori vantaggi a danno della categoria”.

E’ uno dei passaggi più  significativi del documento politico approvato dai delegati del XXXI Congresso regionale dell’Assostampa siciliana, presentato dai segretari provinciali Roberto Ginex (Palermo), Ausilia Boemi (Catania), Giuseppe Gulletta (Messina), Damiano Chiaramonte (Siracusa), Giovanni Molè (Ragusa), Alessandro Anzalone (Caltanissetta), Mariza D’Anna (Trapani), Nino Randisi (Agrigento), Ivan Scinardo (Enna). Nel documento si sottolinea come “ la crisi senza precedenti che ha colpito il mondo dell’editoria, i massicci tagli all’occupazione, il ricorso agli ammortizzatori sociali e ai prepensionamenti stanno ridisegnando in modo radicale il mondo dell’informazione e la figura del giornalista. Proprio in questo difficile e preoccupante contesto matura l’allarme che il Congresso lancia affinché vengano ridefinite le regole dell’accesso alla professione. Le migliaia di giornalisti disoccupati, inoccupati e precari costituiscono oggi un immenso bacino di manodopera a basso costo al quale gli editori, senza distinzione alcuna, attingono a piene mani per ridurre il costo del lavoro a danno dell’autonomia professionale e della qualità dell’informazione, bene prezioso e irrinunciabile di una società democratica. Per questi motivi bisogna trovare il coraggio di dire con chiarezza che la professione è sull’orlo del collasso.  Il lavoro malpagato, l’assenza di regole, la mancanza di tutela stanno per piegare la schiena dritta dei giornalisti minacciando in modo serio e ormai facilmente riscontrabile  l’indipendenza degli istituti di categoria. D’intesa con l’Ordine dei giornalisti va affrontato il nodo degli accessi alla professione, non in una logica corporativa ma in una prospettiva tesa a dare certezze di lavoro a chi consegue un titolo che altrimenti rischia di svilirsi. È nello svolgimento della propria attività con le tutele e le garanzie che il giornalista esercita davvero il proprio ruolo”.
Nel documento viene sottolineato inoltre che “il contratto di lavoro per gli uffici stampa della pubblica amministrazione (il primo e sinora unico in Italia), le vertenze del settore delle radio televisioni private, l’assistenza tempestiva e continua ai colleghi meno tutelati costretti a lavorare lontano dalle redazioni, mal pagati e minacciati dalla mafia e talvolta anche da una politica sempre più invadente, sono solo alcuni dei risultati che questa dirigenza ha raggiunto e che adesso costituiscono una eccellente base di ripartenza per il prossimo triennio di attività del sindacato.Va rimarcata con forza l’esigenza di trasparenza in un settore delicato quale quello della comunicazione istituzionale, strumento di mediazione tra il Palazzo e i cittadini. La fase di incertezza e di illegalità diffusa va superata salvaguardando i diritti acquisiti da una fascia di colleghi che per troppi anni è rimasta in balia dei capricci della politica. Ma solo con procedure di selezione oggettive e trasparenti si possono fissare paletti certi. Servono regole riconosciute e riconoscibili per l’accesso al mondo del lavoro nel servizio pubblico. E un’esigenza di un nuovo corso si avverte anche per gli ingressi di nuove forze in Rai”.
Nel documento viene anche ribadito come “al sindacato dei giornalisti, unica istituzione abilitata a rappresentare e a tutelare i giornalisti in ogni sede, spetterà il difficile compito di impegnarsi in un durissimo lavoro di recupero delle posizioni perdute non in nome di una casta, che forse non è mai esistita, ma in un nome di una categoria che non vuole abbassare la testa e non vuole essere umiliata. E’, resta e sarà sempre il Contratto nazionale di lavoro giornalistico l’unica vera arma che i giornalisti avranno per tutelare il loro lavoro, la loro dignità di professionisti e di uomini.”

@fnsisocial

Articoli correlati