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Il giornalista Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it (Foto: ImagoEconomica)
Libertà di informazione 03 Feb 2025

Giornalisti bersaglio di spyware, c'è anche il direttore di Fanpage

Francesco Cancellato nel mirino del software dell'azienda israeliana Paragon Solutions con oltre 90 colleghi. «Al di là del mio caso personale - rileva - che vi sia anche solo un tentativo di spiare giornalisti e attivisti in una democrazia come l'Italia è molto grave».

C'è anche Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, fra gli oltre novanta giornalisti e attivisti bersaglio dello spyware dell'azienda israeliana Paragon Solutions. A confermarlo è un messaggio che Meta, attraverso l'account verificato WhatsApp Support ha inviato allo stesso giornalista per avvisarlo dell'attacco. La notizia, pubblicata da Fanpage venerdì 31 gennaio 2025, è stata ripresa dal Guardian.

«A dicembre - si legge nel messaggio - WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Le nostre indagini indicano che potresti aver ricevuto un file dannoso tramite WhatsApp e che lo spyware potrebbe aver comportato l'accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo».

«Dopo aver ricevuto questo messaggio, anche a seguito di una verifica di analisti indipendenti, abbiamo iniziato le analisi tecniche sul dispositivo necessarie per valutare l'effettiva portata di questo attacco, cosa effettivamente sia stato prelevato o spiato nel telefono e per quanto tempo. Ovviamente è nostro interesse sapere anche, se sarà possibile farlo, chi abbia ordinato questa attività di spionaggio», spiega il direttore di Fanpage.

Cancellato torna sulla vicenda anche l'indomani, rilevando che «non sappiamo ancora chi è entrato nel mio telefono, per quanto ci è stato e cosa ha preso. Al di là del mio caso personale - commenta - che vi sia anche solo un tentativo di spiare giornalisti e attivisti in una democrazia come l'Italia è molto, molto grave. E che diamo per scontato, quasi fisiologico che lo siano, purtroppo, è parte del problema».

@fnsisocial

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