Giornalista di Cagliari si rifiuta di rivelare le sue fonti in tribunale Solidarietà dalla Fnsi e Assostampa
L'Associazione della Stampa Sarda, d’intesa con la FNSI, ha preso posizione sul caso del giornalista del quotidiano "La Nuova Sardegna", Mauro Lissia, chiamato a testimoniare davanti al Tribunale di Cagliari in quanto autore di due articoli su una vicenda che vede l’ex editore Nicola Grauso accusato di intercettazioni telefoniche abusive. L'avvocato Gianfranco Anedda(difensore di Grauso) ha chiesto la trasmissione degli atti processuali al Pubblico Ministero per accertare se il giornalista, che si è rifiutato di rivelare la fonte delle notizie da lui pubblicate, abbia commesso il reato di falsa testimonianza. Il sindacato dei giornalisti ha manifestato preoccupazione per le conseguenze che l’iniziativa del legale potrebbe avere nell’ambito della tutela del “diritto di cronaca”, costituzionalmente garantito e elemento fondante della professione giornalistica. L’Associazione della Stampa Sarda, e la Federazione Nazionale della Stampa – è detto in un documento - non intendono entrare nel merito della vicenda tecnico-processuale, per la quale attendono, con serenità e piena fiducia, le decisioni del Tribunale. Non possono tuttavia non ribadire che il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal loro carattere fiduciario, fa parte delle nome della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti; che la Costituzione repubblicana, garantendo a tutti il diritto di “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, riafferma la funzione sociale dell’informazione attribuendo al giornalista il potere-dovere di far conoscere fatti, notizie e vicende di pubblico interesse; che la libertà di informazione e di critica è diritto insopprimibile del giornalista e il “diritto di cronaca” costituisce uno dei fondamenti su cui poggia un sistema democratico; Per tutti questi motivi – sottolinea il documento - destano seria preoccupazione iniziative che, seppure assunte nella piena legittimità, potrebbero in qualche modo costituire strumento di pressione o, peggio, di intimidazione, nei confronti del giornalista che svolge con scrupolo e serietà la propria professione nella piena osservanza delle norme “a tutela della personalità altrui” e dell’obbligo del “rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”. Nel manifestare piena solidarietà al collega coinvolto nella vicenda, Associazione della Stampa Sarda e Federazione Nazionale della Stampa, riaffermano la ferma volontà dei giornalisti di garantire un’informazione corretta ed indipendente da attacchi, condizionamenti e pressioni da qualunque parte vengano mossi.