Giornalismo: una professione sempre più frammentata Il 29 novembre all’Ast la presentazione della Ricerca di Lsdi

Continuano ad aumentare gli iscritti all’Ordine dei giornalisti, cresce (ma si impoverisce ulteriormente) il lavoro autonomo, cala il lavoro subordinato e sparisce il turnover nelle redazioni mentre gli ‘’attivi’’ continuano ad invecchiare. E’ la fisionomia della professione che emerge dall’aggiornamento, con i dati del 2010, della Ricerca sulla professione realizzata l’anno scorso da Lsdi (Libertà di stampa e diritto all'informazione).

La Ricerca verrà presentata nella sede dell’Associazione stampa toscana martedì 29 novembre alle ore 10 da:

- Pino Rea, coordinatore di Lsdi e autore del lavoro

- Paolo Ciampi, presidente dell’Ast

- Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa italiana.

I dati più rilevanti emersi dall’ aggiornamento:

- 50.000 giornalisti non hanno alcuna posizione all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani

- Fra i 25.000 autonomi e parasubordinati la percentuale di chi denuncia redditi inferiori al 5.000 euro lordi all’anno è cresciuta dal 55,3 al 62%

- Nel campo del lavoro subordinato i rapporti che producevano i redditi più bassi, quelli inferiori ai 30.000 euro lordi annui, sono diminuiti dal 35,4% del 2009 al 33,4% del 2010, ma i dati della Casagit (la Cassa sanitaria integrativa della categoria) sull’ammontare del contributo medio (dai 3.118 euro del 2006 ai 2.978 euro annui del 2010) denunciano una costante diminuzione del reddito dei contrattualizzati

- Se fossimo in Francia solo 1 giornalista su 3 otterrebbe la Carte de presse, la tessera di giornalista.