L'Assemblea di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno ha votato all'unanimità un pacchetto di dieci giornate di sciopero. Il Comitato di redazione deciderà l'eventuale astensione dal lavoro sulla base dell'evoluzione dell'ultima tappa della difficile vertenza che da oltre un anno interessa il giornale. Lo scrivono i giornalisti del quotidiano in una lettera ai lettori pubblicata anche sul sito web della Gazzetta. «La Edisud Spa, società editrice della Gazzetta – spiegano –, ha annunciato ben 27 esuberi tra il personale giornalistico. Il taglio prospettato rappresenta una delle misure di contenimento dei costi individuate nell'ambito della procedura di concordato preventivo che pende innanzi al Tribunale di Bari, sezione fallimentare».
La vicenda ha avuto inizio il 24 settembre 2018, quando il Tribunale di Catania, sezione misure di prevenzione, ha disposto un sequestro finalizzato alla confisca del pacchetto di maggioranza di Edisud, che fa capo all'imprenditore Mario Ciancio Sanfilippo.
«Da quel momento – proseguono i giornalisti – l'azienda è stata gestita da due amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Catania. Dallo scorso marzo si è insediato un nuovo consiglio di amministrazione che il 19 luglio ha presentato un'istanza di concordato preventivo. Il socio di minoranza, la Denver dell'imprenditore Valter Mainetti, ha manifestato l'interesse ad acquisire l'intero pacchetto azionario della società, ma, per ora, si è limitato a rimanere sullo sfondo, annunciando una generica volontà di rilanciare il giornale. Intanto, il conto delle scelte sbagliate fatte nel corso degli anni dal management aziendale viene presentato ai lavoratori che, tra ammortizzatori sociali (solidarietà e cassa integrazione) e prepensionamenti, da oltre sei anni stanno pagando un prezzo enorme. Il riequilibrio dei conti e gli investimenti per assicurare un futuro certo, prospettati da Edisud a fronte dei sacrifici richiesti, sono rimasti una chimera. E oggi, oltre alle drammatiche ripercussioni sulla vita di 27 famiglie, i drastici tagli annunciati mettono a forte rischio il diritto a essere informati dei cittadini di due intere regioni, Puglia e Basilicata. Come tutti voi lettori sapete, i giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno hanno lavorato anche senza essere retribuiti per garantire quel diritto costituzionale».
Per questo, conclude la missiva, «vi rinnoviamo l'appello a stare vicini alla Gazzetta del Mezzogiorno e ai suoi lavoratori in questa ennesima difficile fase della sua storia, lunga 131 anni. Sosteneteci sempre, come avete fatto sinora».