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Internazionale 01 Giu 2007

G8: protesta dell'Unione dei giornalisti tedeschi (Dju) per l'accredito rifiutato a 20 colleghi giudicati scomodi Poi il governo di Berlino ci ripensa e "riesaminerà il caso"

La decisione delle autorità tedesche di negare l'accredito per seguire i lavori del G8 a 20 inviati ha scatenato le proteste dell'Unione dei giornalisti tedeschi (Dju). "Consideriamo questo modo di procedere come un tentativo inammissibile di limitare la libertà di informazione sul G8 e come una misura di intimidazione, volta a impedire un vigile e critico resoconto", ha lamentato un esponente del Dju, che ha chiesto l'immediata revoca del provvedimento.

La decisione delle autorità tedesche di negare l'accredito per seguire i lavori del G8 a 20 inviati ha scatenato le proteste dell'Unione dei giornalisti tedeschi (Dju). "Consideriamo questo modo di procedere come un tentativo inammissibile di limitare la libertà di informazione sul G8 e come una misura di intimidazione, volta a impedire un vigile e critico resoconto", ha lamentato un esponente del Dju, che ha chiesto l'immediata revoca del provvedimento.

Secondo l'associazione dei giornalisti tedeschi, il ritiro dell'accredito ha riguardato soprattutto quei giornalisti che nelle settimane scorse avevano riferito ampiamente sulle perquisizioni ed i fermi compiuti dalle autorità di polizia nei confronti degli esponenti della sinistra alternativa e No-global. Il "Bundespresseamt" (Bpa), l'Ufficio stampa federale, ha "respinto con decisione" le accuse nei suoi confronti ed un suo portavoce ha spiegato che il ritiro dell'accredito ha riguardato solo 20 giornalisti sui 4700, che hanno chiesto di seguire il vertice di Heiligendamm. Uno degli accrediti negati riguardava Felix Lee, redattore della "Taz", quotidiano berlinese della sinistra radicale, specializzato in reportage sull'estremismo di destra e di sinistra. Dopo le proteste, però, la decisione è stata rivista e Lee ha fatto sapere che potrà seguire il summit. Nel frattempo infuriano le polemiche per la decisione del tribunale di Greifswald di vietare la "Sternmarsch", la grande marcia di protesta "a stella", che dovrebbe far convergere da diverse località i No global verso Heiligendamm, per confinarla su una strada nazionale a 5 km di distanza dal luogo dei lavori del vertice. L'avvocato Ulrike Donat, che rappresenta gli organizzatori della marcia, ha annunciato un ricorso al "Bundesverfassungsgericht", la Corte costituzionale di Karlsruhe, e a proposito del divieto ha parlato di "un giorno nero per il diritto fondamentale della libertà di riunione". A criticare il provvedimento è stato anche Ehrhart Koerting, ministro socialdemocratico dell'Interno della città-Stato di Berlino, il quale si è interrogato sulla necessità di tenere i manifestanti a 5 km di distanza dai partecipanti al G8. "Non ce n'è davvero necessità", ha spiegato Koerting, il quale si è detto "certo che il Bundesverfassungsgericht esaminerà la questione". (AGI) (AGI) - Berlino, 1 giu. - Dopo le polemiche e le proteste Berlino ha deciso di riconsiderare la decisione della polizia di negare a venti giornalisti l'accredito per il vertice del G8. Lo ha annunciato il portavoce del governo, Ulrich Wilhelm. La decisione della polizia aveva provocato una protesta durissima dell'Unione dei giornalisti tedeschi (Dju)."Consideriamo questo modo di procedere un tentativo inammissibile di limitare la liberta' di informazione sul G8 e una misura di intimidazione volta a impedire un resoconto attento e critico", aveva denunciato un esponente del Dju nel chiedere l'immediata revoca del provvedimento. Secondo l'associazione dei giornalisti tedeschi, il ritiro dell'accredito ha riguardato soprattutto quei giornalisti che nelle settimane scorse avevano riferito ampiamente sulle perquisizioni ed i fermi compiuti dalle autorita' di polizia nei confronti degli esponenti della sinistra alternativa e 'No global'. Il 'Bundespresseamt' (Bpa), l'Ufficio stampa federale, ha "respinto con decisione" le accuse e un suo portavoce ha spiegato che la mancata concessione dell'accredito ha riguardato appena 20 giornalisti sui 4700 che hanno chiesto di seguire il vertice di Heiligendamm. Uno degli accrediti negati riguardava Felix Lee, redattore di 'Taz', quotidiano berlinese della sinistra radicale, specializzato in reportage sull'estremismo di destra e di sinistra. Dopo le proteste, pero', la decisione e' stata rivista e Lee ha fatto sapere che potra' seguire il summit. Intanto si e' aperto un altro fronte di polemiche per la decisione del tribunale di Greifswald di vietare la 'Sternmarsch', la grande marcia di protesta "a stella", che dovrebbe far convergere da diverse localita' i 'No global' verso Heiligendamm, per confinarla su una strada nazionale a 5 km di distanza dal luogo dei lavori del summit. L'avvocato Ulrike Donat, che rappresenta gli organizzatori della marcia, ha annunciato un ricorso al 'Bundesverfassungsgericht', la Corte costituzionale di Karlsruhe, e a proposito del divieto ha parlato di "un giorno nero per il diritto fondamentale della liberta' di riunione". Anche Ehrhart Koerting, ministro socialdemocratico dell'Interno della citta'-Stato di Berlino, ha criticato il provvedimento e si e' chiesto se sia davvero cosi' necessario tenere i manifestanti a 5 km di distanza dai partecipanti al G8. "Non mi sembra che ve ne sia davvero bisogno", ha spiegato Koerting nell'auspicare che "il Bundesverfassungsgericht riveda la questione". (AGI)

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