Franco Siddi sull'informazione italiana all'estero: "Ragionare in maniera diversa"
Da il Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 108 - Anno VIII, 5 giugno 2002 Informazione italiana all’estero: ragionare in maniera diversa Intervista a Franco Siddi, presidente della FNSI Francoforte – Si aprono domani a Francoforte i lavori del convegno " Informazione e business. Strumenti per valorizzare l'identità di origine nella nuova Europa: il caso Italia-Germania". L'evento, organizzato dall'Ordine Nazionale dei Giornalisti, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e da Mediaclub, vuole rilanciare le tematiche della presenza delle testate di lingua italiana all'estero e inaugurare una serie di nuovi rapporti tra i giornalisti italiani all'estero e i colleghi in Italia. Interventi della delegazione italiana, dei giornalisti italiani in Germania e dei giornalisti italiani in Gran Bretagna si susseguiranno durante la giornata di lavori. Al presidente della FNSI, Franco Siddi abbiamo chiesto un parere sull'importanza dell'incontro e sui rapporti tra giornalisti italiani in Italia e i colleghi all'estero. Presidente Siddi, quale significato ha per i giornalisti italiani incontrare i colleghi italiani all'estero? Si tratterrà di verificare la realtà della presenza dei giornalisti italiani fuori dal nostro Paese, non solo in Germania, ma anche in Gran Bretagna, con l'intento di fare rete, di costruire una serie di collegamenti e di rinsaldare i vincoli professionali che tengono legati i giornalisti italiani: lo stesso codice deontologico, lo stesso spirito di libertà e autonomia. Obiettivo ultimo è quello di concorrere più efficacemente all'interno della federazione internazionale dei giornalisti. Cosa significa per la FNSI il maggiore collegamento con le testate italiane all'estero e il lavoro per l'informazione di ritorno? L'interesse deriva dalla volontà di trovare un modo per comunicare, per realizzare progetti di integrazione a livello soprattutto europeo, che partano dal nostro mondo che è quello dell'informazione. Vogliamo riscoprire le esperienze dei giornalisti italiani all'estero, in particolare in Europa, nella loro centralità. Bisogna qualificare l'attività dell'informazione e, per fare questo, strumenti che riteniamo necessari sono un interscambio permanente, l'adozione del giornale unico degli organi di categoria, per poi adottare anche lo strumento della convegnistica, degli incontri periodici. Si tratta di iniziare a ragionare in una maniera diversa sull'informazione italiana all'estero e su quella di ritorno. Attraverso la presenza dei giornalisti italiani all'estero possiamo, infatti, conoscere e far conoscere, ma anche capire le comunità di connazionali all'estero e identificarle come centri di interesse per noi: esse sono infatti centri di diffusione della cultura italiana, oltre che attivi soggetti economici. Quali sono i problemi che pone l'informazione in italiano? La presenza dei giornalisti italiani all'estero pone due ordini di problemi: uno riguarda i giornalisti delle testate italiane all'estero, l'altro i corrispondenti all'estero dei giornali italiani. Per quanto riguarda le testate italiane al di fuori della penisola, è chiaro che hanno bisogno del sostegno del Paese, perché anch'esso trae vantaggio dal loro lavoro. Le testate di lingua italiana sono infatti diffusori della lingua e della cultura: noi siamo orgogliosi di trasmetterla, anche perché riscontriamo una certa attenzione internazionale. D'altra parte, la stampa italiana all'estero consente di trasmettere al paese le esperienze delle comunità italiane e la loro ricchezza. Per quanto riguarda i corrispondenti, le loro esigenze, le loro difficoltà sono interne alla imprese per le quali lavorano. Ma noi vorremmo vedere una maggiore presenza italiana nei centri dell'informazione mondiale e in tutti i luoghi in cui avvengono eventi di grande importanza. E' grave, infatti che ci siano Paesi in cui non siamo presenti, come la Cina e in cui ci stiamo ritirando, come l'America Latina. Che tipo di rapporto ci sarà in futuro con i giornalisti italiani all'estero? Per quanto riguarda la Germania, siamo ai primi approcci, ma le premesse per i rapporti futuri sono ottime. Vogliamo definire in questa sede un patto di alleanza e di coordinamento con i colleghi delle testate italiane all'estero. L'idea sarebbe di coordinarsi fondando una sezione estera dei giornalisti italiani, che concorra alla formazione della FNSI come le sedi regionali. Si tratta di rivitalizzare esperienze migratorie della modernità, di inaugurare un nuovo rapporto con il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. Affrontiamo una nuova sfida, ma non sconosciuta. Il rapporto con le altre nazioni dove sono presenti testate in lingua italiana è diverso. Bisogna analizzare le modalità in cui si può rispondere alla varie esigenze, ma soprattutto è un problema di costi sociali da affrontare. La nostra opera è quella di sostenere in generale la stampa italiana per operare concretamente. Dal patto di Francoforte, è auspicabile, nascerà anche un nuovo rapporto con la FUSIE. Viviana Corigliano/News ITALIA PRESS