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Rai 07 Lug 2009

Franco Siddi e Roberto Natale sulla relazione annuale del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò: il Garante indica i nodi da sciogliere per riformare la Rai e innovare il sistema radiotelevisivo; non oscurare le critiche alla qualità dell'i

“La relazione annuale del Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò ha evidenziato nodi nevralgici che devono essere sciolti (dalla riforma della Rai, a quella dell’intero sistema televisivo, a una nuova legislazione per le telecomunicazioni) per fermarsi all’amara considerazione che per quanto riguarda l’editoria “la riforma è ferma ai blocchi di partenza”. Lo afferma il Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, commentanto la relazione di Calabrò

“La relazione annuale del Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò ha evidenziato nodi nevralgici che devono essere sciolti (dalla riforma della Rai, a quella dell’intero sistema televisivo, a una nuova legislazione per le telecomunicazioni) per fermarsi all’amara considerazione che per quanto riguarda l’editoria “la riforma è ferma ai blocchi di partenza”. Lo afferma il Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, commentanto la relazione di Calabrò

"Infatti - prosegue Siddi - su questo tema siamo fermi alla politica degli annunci. Riforme incisive sono necessarie in tutti i settori del sistema dell’informazione italiana. Lo diciamo da tempo, non da soli. E’ apprezzabile che il Garante delle Comunicazioni abbia sottolineato la portata dei problemi. Ma è sempre più indispensabile andare oltre; anche oltre un’attenzione essenzialmente incentrata sulla tecnologia e il suo sviluppo, con particolare approfondimento degli ambiti televisivi e della comunicazione veloce su rete. C’è bisogno di una forte riflessione sul “software” della qualità e dei contenuti dell’informazione, condizione peraltro giudicata dal Presidente Calabrò essenziale per la sopravvivenza della carta stampata. Per questo settore non basta segnalare i problemi, aggravati dalla congiuntura che viviam crisi dei collaterali, cali delle vendite, contrazione degli investimenti pubblicitari. E’ indispensabile utilizzare tutti gli strumenti disponibili per evidenziarne, già in queste occasioni, le cause degli squilibri, soprattutto quelli pubblicitari, e fare emergere opportuni correttivi. Quanto alla pubblicità istituzionale da destinare per legge alla stampa (su cui è stato avviato dall’Autorità il monitoraggio) occorrono interventi incisivi perché siano rispettare le norme. E ancora di più, oggi, appare indispensabile definire una carta che garantisca pluralismoe autonomia per tutti gli organi di stampa che intrattengono rapporti contrattuali di informazione o di concessione pubblicitaria con la pubblica amministrazione. Tutto questo – ma sono solo alcuni elementi di una problematica più vasta – rende necessari gli stati generali dell’informazione in Italia, al fine di ridare vigore al sistema e alla democrazia dell’ informazione. Scopi, questi, da raggiungere non solo con interventi finanziari ma anche, appunto, con una legislazione moderna, regolatrice di sistema che sia vera garanzia del pluralismo del mercato e dell’autonomia dei soggetti che vi operano, anche rispetto all’alternanza degli schieramenti politici al potere”.

“Nella sua relazione annuale il Presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, ha parlato della tv italiana come di una “finestra sul cortile”. E’ bene - afferma il Presidente della Fnsi Roberto Natale - che questa critica ai contenuti dei nostri telegiornali, pubblici e privati, non finisca oscurata dalle analisi sui fatturati delle aziende e sulla diffusione delle tecnologie. Dai monitoraggi emerge incontrovertibile il predominio nei tg della cronaca, soprattutto nera, e della politica interna: un piccolo mondo nel quale l’attenzione ad un processo per un omicidio “privato” guadagna dieci volte l’attenzione che si riserva ad un popolo che si batte e che muore per la democrazia (ieri la Birmania, oggi l’Iran). Non potranno essere le tecnologie a risolvere un problema che è di scelte giornalistiche, di priorità professionali. Sarà utile che questo tema assuma rilievo centrale nel prossimo contratto di servizio Stato-Rai, ma già nelle linee editoriali che verranno assegnate ai prossimi direttori delle testate del servizio pubblic per affrettare l’arrivo del giorno in cui sui dati dei monitoraggi si polemizzerà non solo perché questo o quel partito lamenta di essere stato cancellato (come accade oggi), ma perché ad essere cancellati sono problemi, categorie sociali, interi continenti”.

@fnsisocial

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