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Foto: ImagoEconomica/Fnsi
Rai 20 Mar 2025

Cda Rai, via libera a maggioranza alle nomine alle testate

Contrari tre consiglieri su sette: Roberto Natale, Alessandro Di Majo e Davide Di Pietro. Usigrai: «Voto risicato evidenzia le difficoltà dei vertici». Cpo Fnsi: «Rammarico per scelte prettamente al maschile». Le Cpo Rai e Usigrai: «Non è un'azienda per donne». Il Cdr del Tg3: «Sbloccata una situazione di stallo insostenibile, in un clima di continui attacchi alla nostra indipendenza».

Via libera a maggioranza del Consiglio di amministrazione Rai alle nomine alle testate. Parere favorevole anche alle otto nomine alle direzioni di genere. Tutte le nomine proposte in Cda, giovedì 20 marzo 2025, sono passate con quattro voti a favore e tre contro. Hanno votato sì l'ad Giampaolo Rossi, il presidente facente funzioni Antonio Marano, Simona Agnes e Federica Frangi. Contrari i due consiglieri indicati dall'opposizione Alessandro Di Majo e Roberto Natale e il consigliere eletto dai dipendenti Davide Di Pietro.

Per le testate, Roberto Pacchetti va alla Tgr, Pierluca Terzulli al Tg3, Paolo Petrecca passa a Rai Sport, lasciando il timone di Rainews a Federico Zurzolo. Per i generi, Stefano Coletta va alla nuova direzione del Coordinamento Generi. Al suo posto alla Distribuzione arriva Maurizio Imbriale. Williams Di Liberatore prende la guida dell'Intrattenimento di Prime time, al posto di Marcello Ciannamea che passa ai Contenuti Digitali e Transmediali.

Fabrizio Zappi va alla direzione Cultura ed Educational al posto di Silvia Calandrelli, Luigi Del Plavignano prende il posto di Zappi a Rai Documentari. Maria Rita Grieco passa alla direzione Offerta Estero Rai, al posto di Fabrizio Ferragni ora in pensione, mentre Roberto Genovesi viene indicato al posto di Luca Milano, che va in pensione, alla direzione Rai Kids.

Per l'Esecutivo Usigrai, «il 4 a 3 in Cda Rai sulle nomine dei direttori indica le difficoltà dei vertici nella gestione dell'azienda. L'ingerenza dei partiti e della maggioranza, consentita dalla pessima legge Renzi, tutt'ora in vigore, ha fortemente condizionato le scelte varate oggi, dopo mesi di interim totalmente ingiustificati dal punto di vista industriale».

Il sindacato dei giornalisti Rai incalza: «Resta insoluto il nodo della presidenza ancora in mano al consigliere anziano Antonio Marano che, nello spirito della criticata norma, doveva presiedere solo la prima riunione del consiglio e invece occupa impropriamente e stabilmente il ruolo che si è ritagliato, forte dell'ostruzionismo dei partiti di maggioranza che hanno di fatto bloccato i lavori della commissione di Vigilanza». Di queste nomine «salta agli occhi anche un'altra evidenza, oltre al tratto politico delle scelte: le donne arretrano nelle posizioni di vertice e nessuna delle testate giornalistiche è guidata oggi da una direttrice», rileva Usigrai.

Stesso tema posto anche dal coordinamento della Commissione pari opportunità della Fnsi, che esprime «rammarico di fronte alle scelte prettamente al maschile nelle nomine» e bolla la decisione come «una occasione sprecata proprio nel servizio pubblico che, per primo, dovrebbe tracciare una via verso una realtà di equità sociale e lavorativa. Come previsto, per altro, nel Contratto di servizio e dalla Policy di genere della Rai che non vediamo rispettata».

Per la Cpo, «risulta difficile credere che, in un'azienda in cui le donne rappresentano circa la metà della forza lavoro, non ve ne fosse una competente da meritare una direzione. Così l'informazione del servizio pubblico resta saldamente in mano agli uomini, con otto testate su otto affidate a direttori. Unica eccezione, la nomina a direttrice di Maria Rita Grieco all'Offerta Estero». In definitiva, «un brutto segnale per le donne, per la Rai e per il Paese».

«La Rai non è un'azienda per donne… nonostante tutti gli sforzi», ammoniscono anche le Commissione pari opportunità di Rai e Usigrai, che in una nota congiunta osservano: «Dispiace ma soprattutto stupisce che in una Rai in cui le donne rappresentano ormai da qualche anno metà della forza lavoro il vertice ne abbia trovata solo una sufficientemente competente da meritare una direzione». Ma non basta. «Le donne sono un'esigua minoranza anche nelle direzioni di genere. Per le quali oggi sono stati scelti tutti uomini. Unica eccezione, che più che mai conferma la regola, è la nuova nomina a direttrice di Maria Rita Grieco. È assolutamente urgente - incalzano le Commissioni - chiedersi il perché di risultati così poco soddisfacenti per le donne in Rai. Meno competenti? Meno impegnate o coinvolte dei colleghi uomini? Avere metà della forza lavoro non adeguata a raggiungere responsabilità di vertice è un problema molto serio per l'azienda».

Ed è «un problema serio - prosegue la nota congiunta - non essere prese in considerazione per le donne che si impegnano in Rai e che, immaginiamo, hanno presentato regolare curriculum vitae. Quale funzione ha la Policy di genere, gli impegni del servizio pubblico, se ad ogni tornata ad essere scelti sono soprattutto gli uomini, sempre più uomini e nel caso dell'informazione, esclusivamente gli uomini? E, più in generale, quali sono le conseguenze di queste scelte sulla qualità del servizio pubblico, sulla capacità della Rai di raccontare le complessità del mondo contemporaneo?».

Accoglie «con soddisfazione» la nomina di Pierluca Terzulli a direttore della testata il Cdr del Tg3, nomina che «finalmente sblocca una situazione di stallo insostenibile e valorizza una risorsa interna al giornale. Come giornaliste e giornalisti del Tg3 - rimarcano i rappresentanti sindacali - ribadiamo l'intenzione di continuare a lavorare ogni giorno con obiettività, per raccontare i fatti nella loro complessità, senza lasciarci intimidire o indirizzare da chi ha interessi diversi dalla nostra missione di servizio pubblico, con l'obiettivo di dare spazio a tutte le voci del Paese e garantire ai cittadini un'informazione libera e plurale».

In un clima di «continui attacchi alla nostra indipendenza, soltanto ieri è arrivata l'ultima aggressione pretestuosa e infondata da parte di un esponente politico di maggioranza. Noi non ci lasceremo condizionare e aspettiamo di poter esprimere il nostro voto sul prossimo piano editoriale», conclude il Cdr.

@fnsisocial

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