Franco Maresca
si è dimesso
da presidente
dell’Assostampa Napoletana
Napoli, 30 settembre 2002 II presidente dell'Associazione Napoletana della Stampa comunica che: La situazione dell'editoria italiana (ed anche campana) è molto pesante. Gli editori, controparte naturale del sindacato dei giornalisti, non offrono da tempo alcuna disponibilità di dialogo. Tutto ormai si svolge con estenuanti trattative vertenziali e giudiziarie dove non c'è confronto. E' una lotta difficile tra chi infrange continuamente le regole dei contratto di lavoro (unica caratteristica comune agli editori che appaiono sempre più divisi e con una rappresentanza sfuggente) e tra chi intende farlo rispettare. I rapporti sindacali all'interno delle aziende editoriali (i cdr tendono ormai a minimizzare i conflitti) sono sempre più complessi e devono fare i conti con una disoccupazione e con una precarietà crescente. In Campania il lavoro sottopagato, non contrattualizzato è alto tanto è vero che solo negli ultimi sei mesi ho inviato all'Inpgi 39 denunce di violazioni messe in atto da quotidiani, radio, Tv e periodici senza contare gli innumerevoli interventi fatti per colleghi che si sono rivolti singolarmente al sindacato in cui, e fortunatamente, si crede ancora. In questo quadro preoccupante (che rispecchia totalmente gli scenari nazionali) da settimane c'è un conflitto all'interno dell'Associazione Napoletana della Stampa tra maggioranza e minoranza divise da un sottile filo di lana. Tra chi, in sostanza, ha scelto di appartenere, come me, alla maggioranza che sostiene oggi ampiamente la Fnsi, e tra chi fa parte della piccola minoranza che, da settimane, è impegnata nel direttivo campano a fare non battaglie sindacali, ma battaglie al presidente. La soluzione migliore sarebbe stata (cosa che ho inutilmente proposto più volte) di fare chiarezza definitiva dimettendoci tutti tornando democraticamente alle elezioni, al voto dei colleghi. La strada scelta di conflitto perenne non consente al sindacato di agire (con tutti i limiti imposti dalla crisi dei mondo dell'informazione in Italia) con una azione costante, compatta, di coinvolgimento dei giornalisti campani. Nel momento in cui un gruppo dirigente decide di scontrarsi, senza nessun margine di negoziazione, non contro gli editori (vera controparte), ma contro il suo rappresentante ufficiale (eletto nel direttivo con un numero altissimo di consensi) non c'è altra strada. Se, dopo nove anni ininterrotti di presidenza dell'Assostampa e di impegno quotidiano al servizio dei colleghi, rappresento un ostacolo alla "agibilità sindacale" non ci sono altre soluzioni. Per questo ho deciso dl rimettere oggi in direttivo il mandato anche se lo Statuto mi avrebbe consentito tranquillamente di rimanere al mio posto. Credo che sia meglio avere un sindacato debole (anche in contrasto con la Fnsi) che uno continuamente diviso davanti ai problemi che si stanno aprendo: la riforma delle pensioni dell'Inpgi, la riforma dell'ordine dei giornalisti e dell'accesso alla professione, la riforma dell'assetto dell'informazione del paese, il rinnovo della seconda parte del contratto di lavoro che riguarda le retribuzioni. L'ultima annotazione sulla questione "Circolo della Stampa". La magistratura, qualche giorno fa, ha dato ragione all'assostampa affermando che "nulla era dovuto" al comune per l'occupazione della sede dal 1988 allo sfratto esecutivo dei 1999 ( come avevo sempre sostenuto) e che, quindi, i giornalisti campani non erano stati mai morosi. Ho consegnato anche una proposta (dopo una lunga trattativa) per tornare nella vecchia sede al Signor Sindaco dl Napoli che, ora, dopo mesi di silenzio, e senza pregiudiziali, potrà dare finalmente la Sua risposta. E tutto questo lavoro complesso ( e, forse, troppo silenzioso) lo offro a tutti i giornalisti campani. Un unico rammarico: alcuni quotidiani non hanno dato la notizia della decisione del tribunale contro II comune, una notizia importante per tutta la categoria ed anche per la città. Spero si sia trattato solo di disattenzione.